sabato, gennaio 03, 2009

Prestigio


Uffa, sono in Trentino, ieri ha nevicato un po' ed oggi fa freddo. Il ginocchio fa male ed io non posso sciare.

Facciamo un giro a piedi per il centro della cittadina e, per passare il tempo, buttiamo un occhio nei negozi. Una polo 15,00€ in un negozio popolare. Una maglia di pail tecnico 69,90€ in un negozio sportivo. Un paio di scarpe 40,00€, un paio di scarpe Tod's da agente immobiliare 220,00€ ed un paio di Nero Giardini 120,00€ sembrano scarpe da ginnastica economiche con aggiunta di lapislazzuli.

Incontriamo un negozio desertico, le vetrine sovrastate da lastre di marmo rosa con inciso il nome espone, in una vetrina semivuota, un manichino con addosso un cappottino insignificante. Un fogliettino minuscolo ai piedi del manichino dice cappotto D&G 1.096,00€, millenovantasei euro. Beh, certo, un marchio prestigioso in un negozio di altrettanto prestigio.

Entriamo in libreria. Cerco e trovo un saggio sull'organizzazione del lavoro, mi faccio attrarre da un altro libercolo sull'argomento, la principessa cerca un libro che non trova, e per vendetta li sfoglia tutti, così per essere sicura di non essersi persa niente. La capo mi regala l'agendina Moleskine per farmi sentire un po' scrittore. Il troll legge un po' risvolti di copertina e poi valuta di avere una coda di libri da leggere già troppo lunga. Penso ad un collega, che qualche giorno fa si lamentava dell'eccessivo costo dei libri e, con un po' di senso di colpa, mi compro anche un quaderno d'arte su Rembrandt da 3,50€.
Alla fine usciamo dal negozio con circa 29,50€ in meno ed un sacchetto carico di carta stampata.
Mentre spingo il passeggino penso ai 1.096,00€ del cappottino triste.

Il giornalaio espone i giornali locali, il Corriere e la Repubblica. In un angolo una pila di Sole 24h occhieggia. Chissà perché i giornali economici, come il Sole o l'Economist vengono sempre descritti come prestigiosi. E prestigioso istituto, a dire il vero, è anche l'aggettivo che nei giornali viene sempre abbinato alle banche. senza dimenticare che a Milano, patria della finanza nazionale, le sedi delle banche sono in luoghi, piazze o palazzi, immancabilmente di prestigio. Hmm, prestigio?

La moglie enciclopedica mi spiega che gli stemmi nobiliari -i blasoni- sono composti di fregio e prestigio e che, probabilmente, il fatto di poter inserire il proprio simbolo -il fregio- in uno scudo variamente decorato -il prestigio- conferisce rispetto. Il rispetto che una volta era dovuto ai nobili.

Commento che, visto che prestigio non è affatto sinonimo di buono, i vini prestigiosi sono spesso regali costosi, più che bottiglie da bere.

Non mi spiego, però, da dove venga prestigiatore -cioè mago illusionista- e, appena tornato a casa, mi affido a Wikipedia trovando la seguente definizione:

Il termine prestigio (dal latino praestigum) significa "buona reputazione" o "alta stima", nonostante in origine significasse "delusione" o "trucco magico". (...) Il termine prestigio nella sua semantica complessa può indicare dunque:
  1. un’illusione le cui cause sono ritenute magiche, sovrannaturali ed è allora sinonimo di fantasmagoria, incantesimo, «trucco»: ad operare «prestigi» sono i demoni, i maghi, le streghe, ma anche gli illusionisti, i «prestigiatori», appunto, in teatro;
  2. un’apparenza che affascina e abbaglia, come quella che avvolge l’arte dell’oratore, del poeta, dello stilista d’alta moda;
  3. la capacità di sedurre e di imporsi alla fantasia altrui, a partire dal «prestigio dell’uniforme» o dal successo sportivo, commerciale, finanziario o dall’effettiva autorevolezza dell’individuo (...).
Ecco, inizio a trovare qualche accenno di relazione anche con il crack Madoff di un paio di settimane fa.

Nel crack Madoff non sono cascate solo le banche, ma anche i giornalisti finanziari, le agenzie di rating, i fondi di investimento, le assicurazioni e, purtroppo, anche molti fondi pensione. Insomma, un sacco di prestigiose istituzioni sono cadute in un prestigioso fondo d'investimento.

Tutta gente che ventila professionalità ad ogni piè sospinto, utilizza innumerevoli sigle strane e sfoggia con serietà una terminologia tecnica para-scientifica.

Credevamo di poter crescere all'infinito ed abbiamo scoperto i limiti del mondo. Credevamo di poter guadagnare guardando solo i flussi finanziari e abbiamo visto le migliori menti della finanza mondiale scivolare in una banale piramide albanese ... quasi si trattasse di un gioco di prestigio organizzato da un illusionista.

Lo stesso illusionista che, probabilmente, convince alcuni a sborsare 1096€ per un cappottino. Ma questa è un'altra storia.

Buonanotte, per ora.
~

1 commento:

Susanna ha detto...

Il bello delle cosiddette firme non consiste nel fatto che l'oggetto - in questo caso il cappottino - è bello o caldo o di buona fattura o comodo; consiste nel fatto che ha la firma ed è costato. Sicché chi lo sfoggia gode non della bellezza della cosa, ma del fatto di poter sbattere in faccia agli altri che è costata, e che chi l'ha comprata ha un sacco di soldi, che può permettersi di buttarli... che, come dicono qui a Perugia, "pole spende"...
Buona giornata prestigiosa!
gatta susanna

Mi sento fortunato