domenica, aprile 13, 2008

La politica in due dimensioni

Oggi è giorno di voto. Parlando con un crocchio di persone fuori dal seggio mi sono reso conto di come la semplice classificazione sinistra, destra e centro sia divenuta realmente troppo stretta.

Una interessante classificazione proveniente dal mondo anglosassone è progressisti contro conservatori che, però, non sposa la nostra idea di destra e sinistra. Chi è più conservatore, la destra o la sinistra arcobaleno? E chi è più progressista, il PDL o il PD?

La mia impressione è che l'arco costituzionale sarebbe meglio rappresentato se lo si disegnasse su un piano, invece che su di una retta, per cui:



Già ma cosa sono destra e sinistra?
Senza grandi sforzi di fantasia posso provare a definire destra e sinistra rissumendo il libello di Norberto Bobbio che si intitolava proprio "DESTRA E SINISTRA", in questo modo:

  • La sinistra corrisponde all'egualitarismo: nasciamo tutti uguali, con gli stessi diritti e prerogartive, da ciascuno secondo le proprie possibilità e a ciascuno secondo le proprie necessità (sogno che, portato all'estremo, ha fatto anche notevoli danni).
  • La destra corrisponde alla esaltazione della differenza e delle identità: nasciamo diversi, di etnie differenti, di paesi paesi differenti, di ceti differenti di culture differenti; ogniuno difenda la sua, meglio che può. Inoltre, da tutti lo stesso e a ciascuno per le proprie possibilità e doti.
Per definire, invece, conservatori e progressisti mi trovo, invece, ad inventare:
  • Conservatore è affrontare problemi nuovi con metodi vecchi
  • Progressista è affrontare problemi vecchi con metodi nuovi
Ora, dove collocate il vostro partito? Dove vorreste collocarvi?
Avete qualche esempio, positivo o negativo, di atteggiamento conservatore o progressista da raccontare?
~

1 commento:

Michele Sganzerla ha detto...

Certamente la schema binario destra/sinistra non è sufficiente a definire i riferimenti ideali degli uni e degli altri.
Ciascuno può essere innovatore o tradizionalista, all'interno del prorio orizzonte di appartenenza o di riferimento. Credo che si simpatizzi principalmente per uno degli schieramenti, non ultimo per ragioni di empatia e sentimentalismo. Successivamente i problemi vengono risolti a livello di coscienza individuale e attraverso la (difficile) sintesi fra la propria posizione e quella del gruppo socio-politico di riferimento. Si tratta pertanto di una mediazione fra l'idealità e la concretezza. Personalmente, proprio per queste ragioni e dati i miei percorsi, mi ritengo un "innovatore di destra".

Mi sento fortunato