mercoledì, ottobre 01, 2008

Caffè e romanticismo


Sono a casa, convalescente dall'operazione al menisco, insieme al Capo che si occupa della neonata. Gli altri due tamagochi sono a scuola.
Preparo un caffè per spezzare la mattinata. Scaldo l'acqua per l'americano macchiato della moglie e la chiamo.
Mentre, lentamente, giro il cucchiaino nella tazzina, fingendo di sciogliere lo zucchero che non ho messo, la guardo in viso. I suoi occhi sono persi nel vuoto, fissi in un punto indefinito alla mia sinistra.
Anche lei mescola nel caffè e nell'acqua calda uno zucchero inesistente.
«Amore» sbotto «piantala di pensare alle cose da fare. Guardami negli occhi e, accidenti, pensa qualcosa di romantico. In fondo non capita spesso che io e te si sia a casa quasi soli per un'intera settimana.»
Mi guarda stranita. Lentamente mette a fuoco nei miei occhi e, come se stesse guardando un rospo che parla, scoppia in una risata stupita.
~

3 commenti:

Susanna ha detto...

Bel post, un po' stile Prévert...
gatta susanna

Aliza ha detto...

...romantico...buon caffè A

Davide Baroncelli ha detto...

Ogni tanto in questi giorni penso a te quando metto lo splenda nel caffe': mi ricordo che dalle 3 amiche tu lo prendevi col dolcificante e io mi stranivo. Qui a Londra in ufficio il caffe ovviamente e' scarsino, e allora tanto vale prenderlo dolcificato, cosi' perlomeno risparmio un paio di centinaio di Kcal al giorno (dato che il mio fisico sembra diventare sempre meno efficiente a smaltire quelle in eccesso). Ma quando sono a casa, col cacchio: il caffe' fatto con la moka lo zucchero come una volta.

Mi sento fortunato