domenica, novembre 23, 2008

La (poca) soddisfazione di ciò che si possiede

In fondo anche Macchiavelli riconosceva che non è il possesso a rendere felici:

«La natura ha creato gli uomini in modo che possono desiderare ogni cosa e non possono conseguire ogni cosa: talchè essendo sempre maggiore il desiderio che la potenza dello acquistare, ne risulta la magra contentezza di quello che si possiede,
e la poca soddisfazione d' esso.
(Niccolò Macchiavelli) »
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4 commenti:

Susanna ha detto...

Lo diceva anche Italo Svevo. Oscilliamo fra il dolore (per ciò che non abbiamo) e la noia (se l'otteniamo, partiamo subito verso il desiderio di qualcos'altro e ricomincia il dolore...)

Aliza ha detto...

è un'esperienza comune a tutti, la differenza sta nel fatto che pochi si soffermano a riflettere...e sopratutto a farne "tesoro".
Complimenti per i post sempre molto interessanti, ciao A

Susanna ha detto...

Non so cosa pensarne. Da un lato sarebbe bene accontentarsi di ciò che possediamo perché la cosa ci eviterebbe molta frustrazione ed astio verso chi è più fortunato di noi; ma dall'altro...se tutti si accontentassero sempre e comunque, non ci sarebbe progresso.

E' un po' una fregatura, codesta storia dell'accontentarsi. E' come dire a un povero: "Nella vita stai da cani, ma non ti preoccupare, dopo la morte avrai il Paradiso!". Mi è sempre parsa un po' una beffa... come a voler tenere buoni i poveri mentre i ricchi se la godono...
gatta susanna

Marco Marsilli ha detto...

Il desiderio è una brutta bestia, sfugge e ci rende felici nella ricerca ed infelici nel trovare.

Il desiderio di giustizia, di bello, di benessere produce il progresso.

Il desiderio è il bersaglio della pubblicità e della propaganda. Il desiderio produce i mostri. Il desiderio rende perfetto il piacere della sigaretta come quello delle bevande zuccherate e dei cibi industriali.

Non possiamo avere il controllo dei nostri desideri, ma siccome avere desideri "sani" ci rende migliori, possiamo stare attenti a ciò che sappiamo accendere i nostri desideri.

A volte è sufficiente evitare la tv e gli ipermercati. Le riviste di moda che sono solo contenitori pubblicitari. Piccole cose.

Ma il discorso rischia di diventare troppo lungo ...

Mi sento fortunato