giovedì, dicembre 04, 2008

Consiglio di circolo

Da qualche anno partecipo ai lavori del consiglio di circolo della scuola che prima era del troll, ed ora è della principessa.

Il Consiglio di Circolo (CdC, per brevità) è una delle istituzioni democratiche della scuola. In teoria dovrebbe entrare nel merito di un sacco di cose, alla fine si riduce ad un approvificio in cui la componente genitori ha l'unico potere di deliberare (cioè promulgare per delibera, sigh) un conto economico che non capisce e nei cui meandri è proibitivo addentrarsi.

Se siete abbastanza curiosi, potete trovare una definizione esatta degli organi collegiali della scuola sul sito del ministero dell'istruzione.

Il CdC ha compiti vaghi (oltre a quelli economici di cui abbiamo già detto) e la componente genitori dispone per statuto di una minoranza dei voti, la cui maggioranza è controllata dalle insegnati più la direttrice ed il personale ATA (cioè amministrativi e bidelli).

Per la precisione, il CdC è composto da 19 componenti, di cui 8 rappresentanti del personale docente più il dirigente scolastico, 2 rappresentanti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario e 8 rappresentanti dei genitori degli alunni. Il consiglio di circolo è presieduto da uno dei membri, eletto tra i rappresentanti dei genitori degli alunni.

Nel nostro circolo didattico (l'unione di un gruppo di scuole sotto una unica responsabilità amministrativa) direttore ed insegnanti sono legati da un ferreo patto non scritto: gli insegnati votano sempre dalla parte della direttrice e la direttrice difenderà con la spada il "diritto" degli insegnanti a non lavorare oltre i minimi stabiliti ed, in ogni caso, non consentirà ai genitori di avere alcun peso sul lavoro delle insegnati.

In pratica, il calendario scolastico può oscillare da un minimo di 200 giorni (obbligatori per legge) ad un massimo di 211 (per regolamento regionale), secondo voi quanti saranno i giorni di scuola quest'anno?

Ma, vantaggi immediati a parte, appena si varca la soglia della scuola sembra avvenire una strana inversione: la scuola invece che essere un fornitore di servizi che consente ai genitori di assolvere al loro dovere di educazione dei figli, diventa un papà arcigno ed un po' autoritario che educa bambini e genitori, che giudica le famiglie e si lamenta se i genitori non forniscono il necessario supporto.

I genitori sono vissuti alternativamente come fastidio o come figlioli che nulla possono e nulla capiscono, da educare più che da ascoltare.

Insomma, all'ultima riunione si parlava dei fondi che sono sempre meno e della necessità che i genitori siano più partecipi nel pagamento del contributo volontario o i soldi non basteranno per mantenere in vita tutti i progetti (attività oltre la normale programmazione scolastica) che sono in essere.
Una mamma spiega che non è facile coinvolgere i genitori, che normalmente
lavorano e, contemporaneamente, devono gestire casa, figli, compiti e nonni e sono immersi in molte altre attività e spese. Spesso, fa notare, la partecipazione è un sentimento, una sensazione che può essere aumentata anche solo chiedendo un parere. Perché insieme alla richiesta di fondi non diffondiamo anche un questionario sul gradimento dei progetti?
In fondo, chi non si sente partecipe nel momento in cui gli viene chiesto cosa ne pensa?

Non è che il questionario non venga somministrato ogni anno, è che viene fatto sugli insegnanti!

Provo a sollecitare, non mi sembra male l'idea di utilizzare il questionario per far sentire i genitori (paganti) maggiormente partecipi.

Ma, fanno notare, il questionario è già stato provato sui bambini con risultati non interessanti (cioè, il risultato era diverso da quello del questionario proposto alle insegnanti).
Ed ancora a domandarsi, che ne sanno i genitori delle attività a cui non partecipano? Che preparazione hanno? E poi, c'è la libertà della didattica ...

Faccio notare che, in fondo si tratterebbe solo di un parere, mica di un voto vincolante ... e poi, che c'entrano i progetti di integrazione o di musica con la libertà della didattica?

La direttrice, a questo punto, interviene d'autorità: la libertà della didattica non può essere messa in discussione, piuttosto non facciamo progetti, a costo di impoverire l'offerta formativa.

E comunque, sottolinea la vicedirettrice, la partecipazione dei genitori è garantita attraverso i rappresentanti eletti al consiglio di circolo.

Il classico arrocco, chiudo il re dietro la torre e dispongo i fanti: non aprirò casa mia allo straniero. Neanche oggi.
~

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao...una ricerca casuale mi ha portato qui sul tuo blog...mi sono messa a "sfogliarlo" sono rimasta sconvolta dal video LA STORIA DELLE COSE.....gli argomenti di cui tratti mi interessano molto, anche se non fanno parte del mio blog...ma anch'io ogni giorno cerco, nel mio piccolo, di fare il più possibile del bene per il pianeta, e di coinvolgere le persone a cambiare in meglio le loro abitudini quotidiane....alcuni dicono che sono un'idealista rompipalle.....altri fortunatamente la pensano come me...Ciao..vieni a trovarmi nel mio blog!

Manu ha detto...

Ogni tanto sfoglio il blog, e oggi è stato uno di quei giorni.
Beh, se vuoi quando torno ne parliamo, comunque qui di ricerche sull'argomento ne hanne fatte molte.
Se vuoi questo potrebbe esserti utile, http://www.psych.rochester.edu/SDT/publications/pub_dev.html
oppure
http://www.psych.rochester.edu/SDT/publications/pub_edu.html
Ciao ciao

Mi sento fortunato