sabato, novembre 14, 2009

I miti dell'influenza suina ed il business dell'Amuchina

Il più bel post sull'argomento che ho trovato è "Influenza suina e vaccino: sui dati reali e sul perché ho deciso di non farlo." da cui traggo il seguente brano:

«(...) L’ influenza va affrontata con buon senso e con i soliti strumenti che siamo abituati ad utilizzare in ogni invernata non lasciandosi tentare da “mode” insulse come ad esempio quelle dei gel disinfettanti per le mani ( amuchina o simili). A nessun giornalista, infatti, e’ venuto in mente di chiedersi a che cosa serve un gel antibatterico nel caso di una influenza che e’ virale per antonomasia. (...)»
La cosa pazzesca è che mia figlia (in prima elementare) ha insistito fortemente a portare a scuola l'amunichina perché le mamme delle altre bambine hanno pensato bene di imporgliela per lavarsi le mani.Noi ci siamo opposti e le abbiamo fatto un ripasso sul quando e come lavarsi le mani con acqua e sapone.

Anche mio figlio che frequenta le medie racconta le stesse scene da film catastrofico tra le sue compagne (fortuna che tra i maschi non attecchisce). L'inutilità della paranoia sembra dimostrata dal fatto che nella classe i mio figlio la percentuale femminile di influenzati corrisponde alla percentuale femminile nella classe.

Nei bagni del mio posto di lavoro sono comparsi cartelli che spiegano dettagliatamente come lavarsi le mani per almeno 2 minuti ed un distributore di "disinfettante" da usare dopo essersele lavate (siamo praticamente ad un passo dall'imporre i guanti chirurgici prima di appoggiare le mani sulle maniglie delle porte).

Alla mensa le ciotole di insalata e verdura sono da qualche settimana tutte incellofanate (con grande spreco di materiale plastico) e sono stati installati nuove protezioni in plastica trasparente per impedire che chi starnutisce in coda al self service possa infettare il pane nei cestoni o i tovaglioli di carta.

Ma se anche la si dovesse prendere, questa influenza, quali sono le conseguenze? Leggo da wikipedia:
(...) l'infezione che si trasmette da uomo a uomo per via aerea come le comuni influenze
la nuova influenza presenta un tasso di mortalità pressoché analogo a quello delle influenze stagionali. (...)

Il tasso di mortalità è stato stimato tra lo 0,02% (contro circa lo 0,2% dell'influenza normale), ma non può tutt'ora essere calcolato perché non si conosce il numero delle persone infettate - molto spesso infettate e guarite senza nemmeno sapere di aver avuto l'influenza suina.

Cioè, la suina è una normale influenza con un tasso di mortalità che è analogo o inferiore a quello della normale influenza stagionale.

Sembra quasi che noi occidentali (e sopratutto italiani) abbiamo bisogno di essere spaventati! E allora, i giornalisti prima, ed i lettori poi si devono avventare ogni stagione su qualcosa di spaventoso come il terrorismo musulmano, l'antrace, il prione della mucca pazza, l’emergenza sicurezza prima e violenze poi, i rom che “rubano i bambini”, l’aviaria, la suina, …

Cos’altro per la prossima stagione?
~

3 commenti:

Susanna ha detto...

Bisogna pure far entrare soldi nelle tasche delle Case farmaceutiche e distrarre la gente da problemi più grossi... tipo la crisi economica, la disoccupazione, il problema dei rifiuti...

gatta susanna

Susanna ha detto...

Soprattutto, se il Ministro della Sanità Sacconi è il marito di Enrica Giorgetti, direttrice di FARMINDUSTRIA... Non ci trovi... come dire... un certo qual conflitto d'interessi?

gatta susanna

Marco Marsilli ha detto...

@susanna: tutto vero. Ma ... io vi trovo anche qualcosa di più profondo: la paura ha trovato un terreno straordinariamente fertile, come se tutti la aspettassero come i bambini aspettano il Natale.

Molti hanno cinicamente cavalcato l'ondata di irragionevole terrore, ma -a mio avviso- senza averla provocata.

Quando le paure sparate quotidianamente dai TG, come dalle prime pagine dei giornali, esauriscono la loro forza emotiva come un'onda arrivata alla spiaggia; l'opinione pubblica si solleva in uno stato di stasi vigilissima. La folla aspetta, come un falco che volteggia sopra un prato, la prossima notizia verosimile e terrorizzante su cui avventarsi. Appena questa arriva, rotola e cresce ininterrottamente, attraverso titoloni urlati, casi umani, fino a coinvolgere la politica e alfine anche le istituzioni che si trovano costrette a pronunciarsi su qualcosa di cui l'opinione pubblica ha già deciso l'elevata pericolosità ... e le istituzioni non possono andare contro l'opinione corrente, finendo per alimentare a loro volta la valanga.

Temo che non se ne esca ...

Mi sento fortunato