giovedì, dicembre 10, 2009

Entant che polsest

Finalmente in Trentino,



è tempo di piccole scoperte.

A Riva del Garda c'è un bar (che si chiama Rivabar, viva l'originalità), dove sabato prendiamo un aperitivo. Il locale è nuovo  nuovo ed arredato in stile lounge. Il bancone, come il resto del locale, è coperto di legno scuro e disegna linee dritte e spigoli vivi che si spezzano in un inserto di vetro opalescente. L'inserto è luminoso e cambia lentamente colore scivolando dal verde al rosso, dal blu al giallo. La barista è una elegante ragazza dall'aria non giovanissima. Una lavagna alle sue spalle annuncia i vini della giornata. Schivando il Gewurtz Traminer e i tradizionali bianchi da aperitivo decido per l'unico rosso rimasto, il Ripasso di Valpolicella DOC di Tommasi, costa 4€ al calice, contro i 3€ degli altri. La moglie si ferma al classico pinot grigio ed i figli per un tè freddo alla pesca.
Il vino è di un bel colore rosso scuro con riflessi rubino. Lo rigiro nel bicchiere senza sapere cosa aspettarmi, perché si chiama "ripasso"? Con un colore così avrebbe potuto essere forte, aspro e tanninico. Ed invece trovo un sapore equilibrato, inaspettatamente morbido e vellutato, forse non profumatissimo ma nell'insieme sorprendentemente piacevole. Ne comprerò una bottiglia alla prima occasione.
~
In cucina mio padre ha attaccato un ritaglio di una pubblicità risultato del possente marketing territoriale trentino. Al centro di un'immagine, che rappresenta una vallata dinnanzi alla Paganella, capeggia la scritta:

«Entant che polsest,
spaca en poc de legna»
Il risultato di una filosofia di vita

(traduco per i non trentinofoni: intanto che riposi, spacca un po' di legna)
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Ieri abbiamo mangiato una polenta pallida. La mamma racconta che in Friuli, quando era piccola lei, si mangiava la polenta di farina di mais bianco, mentre il mais rosso veniva dato ai maiali. Grazie al web, scopro che, piano pianino, dopo aver rischiato l'estinzione, il mais bianco perla ricomincia a diffondersi in questi anni grazie anche all'emerito sforzo di associazioni come Slow Food. E pensare che non sapevo neppure che esistesse.
~ Domenica ~
La Tamagotchi si è alzata allegra e offre sorrisi a tutti, e strilla e corre e si affanna a chiamare. Prende una cosa e la porta, poi cambia idea e non te la dà. Dice "tieni!" ma non molla e scappa via dondolando goffamente. Quando la prendo ride e sbuffa. La Principessa la prende in custodia e cerca di convincerla a giocare con i pupazzi.
Il Troll ha un po' di mal di testa. Pazienza, la moglie gli rifila una pastiglia di paracetamolo e lo spedisce a letto.
Oggi, a pranzo, la mamma ci presenta la ciuiga. La CIUIGA di San Lorenzo in Banale è un insaccato composto di carne di maiale e rapa sminuzzata. Buona, si cucina facendola bollire in acqua e poi insaporire nella padella assieme crauti. Si può servire con la polenta o con un buon pane robusto. A quanto pare funziona anche contro il mal di testa dato che il Troll se ne abbuffa con leggera allegria.
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1 commento:

Aliza ha detto...

meraviglioso: degustazione, alimentazione, saggezza, famiglia =
ricchezza (e qui´ immagino la e aperta dei lombardi) lo sapevo...sei ricco e saggio, ciao

Mi sento fortunato