lunedì, agosto 23, 2010

Picchialo, picchia forte e senza paura

Mio padre è del '33. Come tutte le persone di quell'età è assalito da ricordi che emergono come rigurgiti nei momenti più inattesi.
Qualche tempo fa, cercando una canzoncina per mia figlia ha esordito con una allegra musichetta:

«
Picchialo, picchia forte e senza paura.
Picchia col grimaldello che la testa è dura.
Picchialo e picchia forte e senza pietà
Un incubo tremendo lo seppellirà ...
»
... si è un attimo fermato a pensare ... «No,» ha detto «questa non è bella per niente».

Mio padre aveva 12 anni nel '45, per cui non era abbastanza grande per capirne i risvolti, ma  questa simpatica canzoncina deve averla sentita parecchie vole.

Nei giorni delle vacanze estive ho ripreso l'argomento cercando di estrarre qualche strofa in più. Ma la memoria non è venuta. In compenso la suocera, stimolata dalla canzoncina, ci ha regalato un ricordo che provo a riportare tal quale:
«Quando ero bambina giocavamo per strada e quando sentivamo questa canzoncina ci nascondevamo dove si riusciva, spesso sotto a cespugli ... e da sotto i cespugli si intravedevano stivali neri alti e lucidi. Ed era brutto perché non sapevi dove andavano ma a volte qualcuno spariva.
Ricordo un conoscente che abbiamo sentito urlare fino in strada "Sono tuo cugino, non te lo ricordi?" e quello che rispondeva "Me ne frego" e picchiava, picchiava ancora.»
Già, perché bisogna riconoscere che il fascismo era tempo di belle canzoncine e facili motivetti, ma erano anche tempi da lupi e quando le squadracce imperversavano non sapevi mai a chi sarebbe toccata.
~

1 commento:

Susanna ha detto...

No, in effetti non la vedo gran che educativa, per dei bambini. Già ci pensa la TV, a non essere educativa...

Mi sento fortunato