martedì, dicembre 22, 2020

Dedicato al 2021 ...


Qui un passante (passeggere) chiede ad un venditore di almanacchi come sarà l'anno nuovo ...


Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere


Venditore
Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggere
Almanacchi per l’anno nuovo?
Venditore
Si signore.
Passeggere
Credete che sarà felice quest’anno nuovo?
Venditore
Oh illustrissimo si, certo.
Passeggere
Come quest’anno passato?
Venditore
Più più assai.
Passeggere
Come quello di là?
Venditore
Più più, illustrissimo.
Passeggere
Ma come qual altro? Non vi piacerebb’egli che l’anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore
Signor no, non mi piacerebbe.
Passeggere
Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?
Venditore
Saranno vent’anni, illustrissimo.
Passeggere
A quale di cotesti vent’anni vorreste che somigliasse l’anno venturo?
Venditore
Io? non saprei.
Passeggere
Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Venditore
No in verità, illustrissimo.
Passeggere
E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Venditore
Cotesto si sa.
Passeggere
Non tornereste voi a vivere cotesti vent’anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
Venditore
Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggere
Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
Venditore
Cotesto non vorrei.
Passeggere
Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch’ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l’appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore
Lo credo cotesto.
Passeggere
Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore
Signor no davvero, non tornerei.
Passeggere
Oh che vita vorreste voi dunque?
Venditore
Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz’altri patti.
Passeggere
Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell’anno nuovo?
Venditore
Appunto.
Passeggere
Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest’anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d’opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll’anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore
Speriamo.
Passeggere
Dunque mostratemi l’almanacco più bello che avete.
Venditore
Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Passeggere
Ecco trenta soldi.
Venditore
Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

Giacomo Leopardi - Operette morali (1827)
~

lunedì, dicembre 14, 2020

Non lasciare

Lo spot di una catena di supermercati mi ha fatto ri-scoprire questa poesia.
La metto qui per non dimenticarla:

 

Non lasciare
Non lasciare che finisca il giorno senza essere cresciuto un po’,
senza essere stato felice, senza aver incrementato i tuoi sogni.
Non lasciarti vincere dallo sconforto.
Non permettere che nessuno ti tolga il diritto di esprimerti,
che è quasi un dovere.
Non abbandonare l’dea di poter fare della tua vita qualcosa di straordinario.
Non smettere di credere che le parole e le poesie possono cambiare il mondo.
Succeda quel che succeda, la nostra essenza è intatta.
Siamo esseri pieni di passione.
La vita è deserto ed oasi:
ci abbatte, ci ferisce,
ci trasforma,
ci costringe ad essere protagonisti
della nostra propria storia.
Anche se il vento ci soffia contro,
la poderosa opera non s’arresta:
tu puoi apportare la tua strofa.
Non smettere mai di sognare,
perché in quei sogni sta la libertà.
Non cadere nel peggiore degli errori:
il silenzio.
La maggior parte delle persone vive in un silenzio spaventoso.
Tu non rassegnarti.
Fuggi.
“Riecheggiano le mie barbariche urla sopra i tetti del mondo”,
dice il poeta.
Ama la bellezza delle cose semplici.
Si può fare della bella poesia sulle piccole cose,
ma non possiamo andare contro noi stessi.
Questo trasforma la vita in un inferno.
Godi del panico che ti provoca avere la vita davanti.
Vivila intensamente,
senza mediocrità.
Pensa che in te sta il futuro
e affronta il compito con orgoglio e senza paura.
Impara da chi possa insegnarti.
Le esperienze di chi ci ha preceduto,
dei nostri “poeti morti”,
ci aiutano a camminare per la vita
La società di oggi siamo noi, però,
i “poeti vivi.”
Non permettere che la tua vita ti passi accanto
senza che tu la viva.

Walt Whitman
~

venerdì, agosto 21, 2020

I giovani non sono più quelli di una volta, e la scuola neppure

Ciclicamente gli italiani rispolverano qualche luogo comune che sembra essere consolatorio per i stagionati. 
Una volta sono i giovani senza valori, un'altra volta sono i giovani viziati o la scuola che non è più autoritaria come una volta o il liceo che "era meglio vent'anni fa", se lo dice un quarantenne, o trent'anni fa se lo dice un cinquantenne.

Io ogni volta tiro fuori una di queste, per ricordare che forse no, forse è la nostra accidenti di mamoria selettiva che ci fa ricordare seri e vivaci solo i tempi in cui noi stavamo costruedo la nostra vita.

«La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, se ne infischia dell’autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani. I ragazzi d’oggi sono tiranni. Non si alzano in piedi quando un anziano entra in un ambiente, rispondono male ai loro genitori.»
»
(Socrate, filosofo greco, che visse dal 469 al 399 prima di Cristo)

«Non ho più speranza alcuna per l’avvenire del nostro Paese, se la gioventù d’oggi prenderà domani il comando, perché è una gioventù senza ritegno e pericolosa.»

(Esidio, poeta greco vissuto 720 anni prima di Cristo)

«Il nostro mondo ha raggiunto uno stadio critico. I ragazzi non ascoltano più i loro genitori. La fine del mondo non può essere lontana.»

(Sacerdote egiziano che viveva 2000 anni prima di Cristo)

«Questa gioventù è guasta fino in fondo al cuore. Non sarà mai come quella di una volta. Quella di oggi non sarà capace di conservare la nostra cultura.»

(Testo scoperto recentemente in una cava di argilla tra le rovine di Babilonia)

«Oggi il padre teme i figli. I figli si credono uguali al padre e non hanno né rispetto né stima per i genitori. Ciò che essi vogliono è essere liberi. Il professore ha paura degli allievi, gli allievi insultano i professori; i giovani esigono immediatamente il posto degli anziani; gli anziani, per non apparire retrogradi o dispotici, acconsentono a tale cedimento e, a corona di tutto, in nome della libertà e dell'ugualianza, si reclama la libertà dei sessi.»

(Dal libro VIII de "La Repubblica" di Platone, vissuto dal 428 al 347 prima di Cristo)

~

Mi sento fortunato