giovedì, luglio 28, 2011

In bicicletta

Piccola storia in tre scatti.

Ritorno a casa

Viale alberato


Qui si rischia la pioggia

Ma, alla fine non piovve fino a notte.
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lunedì, luglio 25, 2011

In fondo al tunnel

In fondo al tunnel, c'é una Tamagotchi
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domenica, luglio 24, 2011

Dopo la pioggia



They tried to make me go to rehab but I said 'no, no, no'
Yes I've been black but when I come back you'll know know know 

Dopo la pioggia vengo a sapere della morte di Amy Winehouse e me ne dispaccio. Amo le sue canzoni tristi come nuvole cariche di tuoni. Aveva 27 anni. Basta, basta, non si può vivere a lungo sotto un cielo così buio. Ma avrei preferito ascoltarla cambiare fino alla vecchiaia.

sabato, luglio 23, 2011

Dolore Norvegese


Quanti morti, quanti invalidi, quanto sangue e quanto inutile dolore. Tutto il mio cordoglio e la mia solidarità per il popolo norvegese.

A volte la storia sembra essere finita, nulla più sembra in grado di stupirci. Poi, improvvisamente, il tempo accellera, le cose accadono ed il mondo degli uomini trova incredibili occasioni per riflettere su se stesso e, forse, cambiare prospettiva.

Da una parte 76 morti, una bomba, una strage a fucilate, una nazione colpita, molti sopravvissuti e qualche eroe.
Dall'altra parte un bel ragazzo alto e bindo, trentaduenne, cattolico. Forse solo. Si dichiarava conservatore ed antiislamico. I giornali dicono che avesse simpatie di estrema destra, fosse iscritto a una loggia massonica e dimostrasse avversione per l’islam e la società multiculturale. Potrebbe essere un ragazzo tra tanti, anche in Italia.
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Dove vanno i soldi della pubblicità di ENEL ed ENI


Stavo gettando l'inserto economia del Corriere 4/7/2011 quando mi è caduto l'occhio sulla tabellina che vedete sopra.

Eni (ex Ente Nazionale Idrocarburi) e l'Enel (ex Ente Nazionale per l'Energia ELettrica) sono società a partecipazione pubblica, sostanzialmente controllate dallo stato che dispone di quote attorno al 30%.

Dalla tabellina si evince che negli ultimi 4 anni le due società hanno investito da 80 fino a quasi 100 M€ l'anno in comunicazione/pubblicità (l'anno in corso è fotografato fino ad aprile).

Guardate un po' chi è salito negli investimenti pubblicitari negli ultimi due anni?
Mediaset, ovviamente. E chi è sceso? Rai e stampa, neanche a dirlo.
E chi è al governo?

Considerate anche che l'ENI ha appena rinnovato le cariche nel consiglio di amministrazione e che si dice (in un articolo nella stessa pagina) che la nomina sia stata particolarmente sofferta.

Lascio all'attento lettore eventuali considerazioni.
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giovedì, luglio 21, 2011

Biciclette in stazione



Viaggiando in ferrovia capita di dover cambiare treno e poter disporre, quando i treni sono in orario, di una mezz'oretta per dare un'occhiata fuori dalla stazione.
Bologna, Parma, Piacenza, Lodi, Milano Lambrate, lo spettatore meno attento non può non notare che in un giorno lavorativo qualsiasi, fuori da ogni stazione della ferrovia o di alcune linee metropolitane si vedono biciclette legate ad ogni possibile cancello o palo.

Possibile che a nessun dirigente delle FS o politico locale sia venuto in mente che c'è un evidente bisogno che aspetta solo di essere soddisfatto?

A San donato Milanese ci hanno pensato una amministrazione comunale illuminata e un imprenditore creando un servizio utile ed intelligente: "La stazione delle biciclette".
Confinante con una stazione terminale della metropolitana milanese, la stazione delle biciclette offre custodia a pagamento, riparazione e vendita di biciclette oltre che l'organizzazione di corsi ed eventi vari. I cittadini che si muovono in bicicletta dispongono di un eccellente servizio, il comune offre un servizio con un investimento minimo, un imprenditore guadagna la pagnotta per se e per qualche dipendente. Il pianeta ci guadagna un bel po' di emissioni in meno ed i pendolari (automobilisti compresi) guadagnano dalle riduzioni del traffico e dai pacheggi più liberi, dato che ogni bicicletta in più è un'automobile in meno in strada.  La MM guadagna dal risparmio di potenziali posti auto che dovrebbe realizzare (una macchina parcheggiata occupa lo spazio di 8 biciclette). Semplice ed efficace.
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mercoledì, luglio 20, 2011

No logo 10 anni dopo


Leggo sconcertato la copertina dell'ultimo Internazionale: NO LOGO 10 anni dopo.
Guardo il libro intonso in libreria dove l'avevo riposto in attesa di trovate il tempo o l'ispirazione per leggerlo. Sembrava ieri. Sigh.


lunedì, luglio 18, 2011

W il treno


Milano Rimini in poco più di 4 ore. Quattro ore per leggere e giocare con i figli e l'androide, da cui vi scrivo.

Pianificare un viaggio in macchina è più facile, la macchina è lì che aspetta, amichevole, di uso quotidiano. Si parte da casa e si arriva nel luogo esatto con un mezzo solo. Ingannevole.
Nel viaggio di andata per le ferie, solo 20 giorni fa, siamo stati diverse ore prigionieri della nostra scatolona di metallo, senza poter scendere, imbottigliati in autostrada, neanche per far pipì, figuriamoci per sgranchire le gambe.

Questa volta, invece, il Troll ed io andiamo in treno ad accompagnare la Principessa al mare, dove rimarrà due settimane con i miei genitori.
Adesso stiamo passando da Bologna su un treno regionale semivuoto, perfettamente in orario (ci si potrebbe regolare l'orologio) con aria condizionata ed un ambiente pulito e tutto sommato abbastanza gradevole. Peccato solo per i sedili che sono rigidi come panche in plastica e non consentono alcuna regolazione.
Per la bella cifra di 29€ a testa stiamo viaggiando da Milano a Rimini in una tratta sola beffandoci, questa volta, delle macchine ferme in autostrada sotto la canicola di mezzogiorno.

Finalmente, per la prima volta quest'anno, riesco a leggere un quotidiano intero (tolto solo lo sport) e una rivista impegnativa come l'Internazionale. Quasi non mi sembra vero!


sabato, luglio 16, 2011

Fiori di campo

Da parte Principessa.


La foto non perfetta, ma è ben vero che a volte vale il pensiero.

lunedì, luglio 11, 2011

Zazzera

Giovedì

Giornata di sole assassino. Mattina in spiaggia in cui ho provato a portare il Troll a nuoto fino agli scogli a 500m dalla spiaggia.
Dato che è la prima volta portiamo anche il materassino (non si sa mai) ed in effetti, a metà lo vedo provato e rientriamo con la promessa di provarci l'indomani.
Al ritorno ricordo come mio fratello mi facesse notare che sono sempre di meno quelli che nuotano e, se si vede qualcuno che lo fa, con alta probabilità non è italiano. Mi guardo in giro e sembra proprio così.
Il pomeriggio in piscina lo dedico alla Tamagotchi ed al corso di nuoto in stile crawl alla Principessa. Non male.
La Tamagotchi è così stanca che in tardo pomeriggio si addormenta secca sulla sdraio.
Dopo la cena e la baby-dance del campeggio cerco di mettere a letto la Tamagotchi, che -come da copione- non ne vuole sapere.
Non ci sono libri da cui leggere una fiaba. Non ci sono fumetti per bambini. Non c'è la TV. 
Emetto un sospiro di resa: mi tocca improvvisare. Ecco cosa ne é uscito:
«Zazzera era una principessa. Il Re, suo padre, era un ubriacone e spesso la maltrattava senza ragione. Per questo la principessa non si tagliava né si pettinava i capelli che erano diventati una scomposta zazzera in cui poteva trovare rifugio qualunque cosa: un pettine, un giocattolo o un pettirosso con cui la piccola a volte giocava.
Una volta che il padre esagerò, Zazzera fuggì dal castello e si perse nel bosco.

Nel bosco incontrò una simpatica signora che le offrì cibo e consolazione.
Quando la signora capì che Zazzera era la figlia del Re, si rivelò per quello che era: la strega Acida.
La vecchina non era sempre stata una strega: una volta era una bella cortigiana che si era invaghita del Re.

Siccome il Re la rifiutò dopo un lungo fidanzamento (e c'era ben da capirlo visto il terribile caratteraccio di Acida) questa si ritirò nel bosco dove studiò le arti magiche aspettando il momento per vendicarsi.

Acida prese Zazzera con sé e, in cambio di cibo e soggiorno, la costrinse a tutti i lavori pesanti di casa come strofinare i pavimenti, lucidare gli alambicchi, raccogliere la legna e portare i le borse quando si recava al mercato. Per completare l'umiliazione le tagliò i capelli a zero, come si fa con i militari il primo giorno di servizio.

Dopo qualche giorno Acida riuscì a contattare il re di un paese vicino che era un feroce rivale del papà di Zazzera, e gli vendette la figlia del Re.
Il giorno successivo preparò, con tutta cura, una gabbia ma Zazzera se ne accorse.
Dovete sapere che Acida era piccola e minuta come una bambina e quando fu il momento di ingabbiare Zazzera, la principessa prese di sprovvista la vecchia e la infilò in gabbia al posto suo.

Quando arrivarono i soldati del regno vicino, presero la gabbia e senza capire le proteste della vecchina, giacché parlavano un'altra lingua e non conoscevano l'aspetto della persona che erano stati mandati a prelevare, la portarono via senza dire una parola.

Nel frattempo il padre di Zazzera si era veramente pentito e quando non pregava ai soldati di ritrovare la figlia, si chiudeva nelle sue stanze a piangere la propria stupidità.
Dopo gli avvenimenti della notte, Zazzera vestita di stracci e rasata come un soldato si diresse a corte. Siccome nessuno la riconosceva riuscì ad entrare a castello spacciandosi per la nipote dello stalliere, finché una guardia non scoprì l'inganno e cercò di buttarla fuori. La piccola gridò e si disperò così forte che suo padre la sentì, la riconobbe e le corse incontro.
Quando il padre la raggiunse la abbracciò, e gioì, e gridò e fece annunciare sette giorni di festa per il ritorno della figlia.

Il Re non bevve più, la figlia rimase a corte ed imparò ad acconciarsi i capelli come si confà ad una principessa, ma le rimase il soprannome Zazzera.»

Questa fiaba e le immagini che la accompagnano sono open source. Fatene ciò che volete ma ricordatevi di citare la fonte.
Creative Commons License  
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venerdì, luglio 08, 2011

Digital divide

Numero 5 di Largo Poeta, nel borgo affrescato di Treglio, in provincia di Chieti

Mercoledì
Prevista pioggia. Pianifichiamo un giro in città ed uno alla ricerca di un curioso borgo medioevale divenuto famoso per i moderni affreschi che lo decorano.
Lo ammetto, sono rimasto colpito dal nuovo gioco più di quanto sarebbe ragionevole ed ho continuo a giocare anche quando era evidente la poca utilità del mezzo. Ma uno smarphone android è veramente uno strumento innovativo e polifunzionale: scatta discrete fotografie, è ottimo per riprendere brevi video, consente la consultazione dell'email in ogni momento e di prendere appunti ogni volta che l'idea si presenta. Consente la navigazione Internet, la consultazione di mappe stradali oppure, e questa si è rivelata un'applicazione tanto semplice quanto affascinante, l'identificazione delle stelle nel cielo notturno. Il problema è che quando si è fuori rete funziona quasi niente, e qui in abruzzo succede spesso. Il campeggio offre il WiFi a pagamento ma è a malapena sufficiente dato che viaggia solo a 0,3Mb (300KB! come il preistorico modem che conservo ancora in soffitta per ricordo!), con un meccanismo di autenticazione adatto solo alla navigazione web e senza la copertura totale dell'area.Sigh.
Ed anche la rete UMTS (quella del cellulare, per intenderci) non offre grandi soluzioni con un funzionamento ad intermittenza ed una velocità che non raggiunge mai neppure i 0,3MB del WiFi.
Molte cose non funzionano e pubblicare una foto sul blog diventa un'impresa quanto mai frustrante. 

Vabbé, noi siamo in vacanza e per qualche giorno potremmo anche fare a meno della rete, ma dire di tutti coloro che qui ci vivono e ci lavorano? Come è pensabile cavalcare lo sviluppo economico possibile, ad esempio, commercializzare un prodotto locale se aggiornare la foto un prodotto nel prorio store comporta mezz'ora di frustranti tentativi?
C'è poco da fare: una volta posati i cavi, ci vuole vermanente poco per offrire abbondante connettività a prezzi irrisori, possibile che non si riesca a tirarne un fascio fin qui, di questi benedetti cavi?

Ecco un programma intelligente per governo, regioni, comuni e aziende: unire l'Italia con una rete. Una rete che porti tutti i comuni a contatto con l'Italia, l'Europa, il mondo.
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Sono scomparse le tette


Lunedì
Dopo due giorni di spiaggia posso affermare, e lo faccio da attento osservatore, che sono scomparse le tette.
Nel senso che non si vede un topless a pagarlo oro. E non parlo di quei tristi saccottini ripieni di silicone che si vedono troppo spesso sulle copertine delle riviste scandalistiche ma di tette vere, piccole, grandi, flappe o galiarde, diverse quelle di una da quelle di un'altra come solo la natura riesce.

La moglie argomenta che si tratta della conseguenza delle campagne di informazione sulle cause dei tumori, io penso che si tratti semplicemente di riflusso, o di invecchiamento quadratico medio della italica popolazione.

Me lo ha fatto notare una giovane collega rumena: in Italia si vedono in giro molti anziani e, soprattutto, pochi giovani.

Nelle spiagge per famiglie si vedono capelli grigi e pance e morbidezze in quantità e chiedere "lei è la nonna?" è una domanda da evitare a tutti i costi, rischiando terribili figuracce.
Il vantaggio è che si può esporre il proprio sovrappeso senza sentirsi troppo in colpa, le altrui miserie fanno apparire accettabili anche le nostre.

Ma come si fa ad aspettarsi un roseo futuro, quando le giovani generazioni sono numericamente così esili?
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giovedì, luglio 07, 2011

Cronache dalle vacanze


Sabato
Piove. Primo giorno di vacanza. 8 ore di viaggio. Levataccia alle 4 di mattina e partenza alle 5.
Buffo. Alla partenza le previsioni davano sole  tutto il giorno. Dopo un po' hanno cominciato a a peggiorare, ed anche il tempo con loro.
Da quando siamo arrivati piove a dirotto, fa freddo e noi non siamo attrezzati. Chi si porta un maglione per andare al mare?
Poi, dopo tanti anni di esperienza, si cerca di limitare al minimo i bagagli, che in cinque finiscono per essere comunque troppi.
Scrivo utilizzando il nuovo giocattolo: uno smartphone Android nuovo di zecca. Buono per essere sempre connessi con Internet ma poco pratico, ahimé, per scrivere. L'uso del T9 porta all'autocensura e, di conseguenza, all'impoverimento del lessico e della punteggiatura, sulla cui gestione ci sarebbero ampi margini di miglioramento. Mi scuserete dunque per gli strafalcioni.


Domenica
La maledizione di Tutankhamon in salsa abbruzzese colpisce sia la Principessa che il Troll ed, un po' anche me.
T9 non riconosce i nomi e, comunque, non mette le maiuscole. Tocca tornare indietro a correggerle, che fatica.
Il sole oggi scotta davvero. La Tamagotchi è sempre molto autonoma. Per il campeggio cammino sempre scalzo e questo produce scandalo nelle mamme e soprattutto nelle bambine. Chissà perché sembra strano uno che cammina scalzo, come nudo.
Ghiaia fine oppure grossa, prato a volte umido a volte asciutto, asfalto ruvido troppo spesso bollente ma piacevolmente tiepido la sera. Legno ruvido e piacevole, massaggia i piedi anche sul patio di fronte alla casa mobile, non solo in sauna.
Comminare scalzo è un'esperienza sensoriale. Le piastrelle sono diverse dal cemento, e lo sono anche al tatto. Ci vuole la sensibilità del piede per capire quanto sia fresco il prato quando ci sono 30 gradi e l'asfalto diventa morbido e bollente.
Volete risolvere il problema del caldo afoso in città l'estate? Prima di comprare un condizionatore più potente provate a camminare scalzi per un po', capirete molte cose e vi sembreranno ovvie alcune soluzioni che oggi sembrano invisibili pur a portata di piede.
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Mi sento fortunato