martedì, dicembre 30, 2008

Le parole del 2008


Oggi, stimolato dal paginone centrale di Repubblica di un paio di giorni fa firmato da Smargissi e Bartezzaghi, mi dedico al gioco dell'identificazione delle parole che ho trovato significative nel 2008.

L'elenco, in ordine casuale, riflette tanto la mia storia personale quanto, forse, il zeitgeist cioè lo spirito del tempo. Lascio a voi di spartire le due anime:

  • blog
  • sobrietà
  • bicicletta
  • convivialità
  • demansionamento
  • vecchiaia
  • legamento crociato
  • menisco
  • datawarehouse
  • prostata
  • figli
  • famiglia
  • correre
  • wireless
  • touch-screen
  • Obama
  • emergenza sicurezza
  • ateismo
  • privilegi
  • crisi economica
  • energia (petrolio, sole, risparmio, etc.)
  • PIL
  • decrescita
  • paranoia
  • disprassia
  • scuola
  • Facebook
  • post (i mini-articoli nei blog)
Impossibile fare una classifica, ma ne riprendo alcune:
  1. Convivialità, è diventato un valore importante nella mia vita, grazie ai tantissimi amici che hanno arricchito la mia e nostra vita.
  2. Famiglia, è l'istituzione di maggior successo pur non essendo affatto democratica, e ha ravvivato e riempito la mia vita affettiva come mai prima.
  3. Figli, fanno coppia con famiglia ma, arrivati a tre (un troll, una principessa ed un tamagotchi) assumono una ricchezza di sfumature mai immaginate prima.
  4. Blog, in fondo mentre due guardano la tv e la capo cambia la tamagotchi, scrivo un post ...
  5. Sobrietà, che insieme alla convivialità costituiscono la nostra ricetta per vivere meglio nonostante, o grazie, alla crisi economica.
(*) L'immagine che accompagna questo post è rubata dal portfolio di Luca Mazzei su Graphicmas.com.
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lunedì, dicembre 29, 2008

La fuga


A 17 anni Renzo, in seguito ad una delusione amorosa, inforca la bicicletta -fedele destriero- e parte. E' il 1950, è autunno ed il ragazzo porta i pantaloni alla zuava, come si usava al tempo.

Parte da Rovereto, in provincia di Trento, e si avvia giù per la val d'Adige. Schiva Verona e svolta verso Brescia, seguendo la curva del Lago. Forse passa da Peschiera, dove c'è ancora un terribile carcere militare.

Quando è sera si ferma a Villanuova sul Clisi, vicino a Salò, dall'amico Luigi Bertelli. Ha percorso circa 120 Km. E' un'avventura, non capita mica tutti i giorni, e le sorelle di Giuseppe, quella sera li porteranno sotto la vigna a sentire la nuova canzone che stavano provando.
La canzone "Ciliegi Rosa" cantata da Nilla Pizzi era, al momento, la canzone più in voga.

Il giorno successivo arriva a Milano passando per Brescia e Bergamo e, dopo altri 120 Km, si ferma a dormire dalla zia Rosetta, che lo ospita su due sedie in un piccolissimo appartamento camera e cucina a pianoterra.
Il giorno dopo Renzo passa al mercato dove compra fichi e cachi al mercato di porta Romana. I soldi erano pochi e la frutta invitante. La zia insegna lingue straniere, forse inglese e francese, era single e anziana, ai tempi si diceva zitella.

Renzo contava sull'ospitalità della zia e memore della nottata passata sulle seggiole, parte per Busto Arsizio dove abita una parrucchiera che era amica di un'amica (sig.ra Casa, di Rovereto) della mamma.
La parrucchiera non l'ha ospitato ma lo ha fatto ospitare da un conoscente; e sono altri 40 Km.
Il giorno successivo Renzo torna a Rovereto pedalando per la bellezza di 280 Km in un uggioso giorno di fine ottobre.

Era il 1950 e la bicicletta era una Wiler classica, senza cambi. Il giorno stesso i genitori Clementina e Riccardo avevano denunciato la scomparsa di Renzo ai carabinieri e, la mattina successiva, sono andati a ritirarla terminando così, anche ufficialmente, la fuga.

Ed il racconto di mio padre, per oggi, termina qui.
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domenica, dicembre 28, 2008

Alle fonti della paura


Sull'Internazionale del 24 ottobre 2008 c'è un articolo di divulgazione scientifica tratto da NEW SCIENTIST (una rivista inglese) firmato da MICHAEL BOND. L'ho trovato così interessante da provare a riportarvene qui un brevissimo riassunto.

In aeroporto, ai viaggiatori viene proposta un'assicurazione di viaggio. La scelta è tra un'assicurazione che copre da qualsiasi incidente ed una, di uguale costo, specifica per gli atti terroristici. Il foglietto illustrativo riporta per entrambi gli stessi massimali ma la prima è sicuramente il prodotto migliore perché copre tanto gli atti terroristici che qualsiasi altro -quale il ben più probabile smarrimento dei bagagli- mentre la seconda polizza copre solo gli atti terroristici.

Si tratta di una simulazione a cui gli scienziati hanno sottoposto un campione della popolazione scoprendo che la maggioranza delle persone avrebbe sottoscritto la prima, contro il proprio interesse.

Chi ha detto che l'homo economicus sceglie la soluzione più conveniente?

Ma questa è una simulazione. In realtà -secondo Gerard Gigerenzer dell'Istituto Max Planck per lo sviluppo umano di Berlino- l'anno successivo all'attentato alle torri gemelle, molti americani hanno preferito la macchina all'aereo per gli spostamenti interni causando 1.600 morti in più in strada.

1.600 morti in strada più dell'anno prima sono sei volte più delle persone che sono morte perché erano sugli aerei dirottati.

Quindi ci sono almeno 1.300 persone che avrebbero evitato un destino orribile se avessero preso una scelta razionale invece che una emotiva. Già, perché -mi permetto di aggiungere- morire schiacciati in una scatoletta di metallo è orribile tanto quanto morire nello schianto di un aeroplano, o no?

L'articolo continua citando altri casi in cui la nostra “mente emotiva” soverchia quella “razionale” portandoci a scelte errate. In pratica, spiega l'articolo, la nostra capacità di giudizio riguardo ai pericoli è adatta ad una vita primitiva, in cui c'erano pochissime informazioni -in pratica solo quelle provenienti direttamente dai cinque sensi- e la necessità di agire in maniera molto tempestiva di fronte da un pericolo quale l'assalto di una bestia ferocie.

In pratica -secondo Nassim Nicholas Taleb, uno dei direttori del Decisional research laboratory della London business school- “Non siamo abbastanza razionali per essere esposti alla stampa”.

Dopo aver intervistato 150 persone riguardo agli attentati di Londra del 7 luglio 2005, i ricercatori dell'università di Portsmounth hanno scoperto che chi aveva letto o sentito più notizie sull'argomento aveva una probabilità più alta di creare falsi ricordi. In particolare, il 40% delle persone era convinto di aver visto le riprese (inesistenti) dell'esplosione dell'autobus a Tavistock square.

Secondo il governo di Londra tra il 2006 ed il 2007, il 65% degli inglesi crede che nel paese la criminalità sia aumentata. In realtà dal 1995 al 2005 la percentuale dei reati è diminuita del 42%.

Lo stesso succede anche negli USA dove da uno studio condotto del 2001 dalla Building blocks for youth, è emerso che tra il 1990 ed il 1998 il numero dei reati è diminuito del 20%, mentre lo spazio che la TV dedicava al crimine era aumentato dell'83% ed, in particolare, nello stesso periodo, lo spazio dedicato in televisione agli omicidi era aumentato del 473%, mentre il numero degli omicidi era -nella realtà- diminuito del 33%.

Ed ecco che nasce il mito: la televisione parla costantemente di crimini, le persone commentano tra di loro le notizie e questo determina un graduale formarsi della convinzione che la criminalità ed i reati, in particolare i più efferati e violenti -i più succosi per la TV- siano in drammatico aumento.

Ma la cosa più grave non è la distorsione del voto o il continuo formarsi di opinioni errate sul mondo; quanto l'effetto sulla vita delle persone, che per paura si riducono a vivere chiuse in casa -case, ovviamente, sempre più dotate di solide inferriate ed impianti di allarme- o in scatolette di metallo con le ruote e riservano lo stesso stato di perenne prigionia autoinflitta ai loro figli, che finiranno per ritenerlo normale ed inevitabile.

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giovedì, dicembre 25, 2008

I doni della chiesa

Una sera di un paio di giorni fa, dopo aver apparecchiato, la piccola nella sdraietta stava giocando con un braccialetto rumoroso, il capo spadellava, la principessa guardava la tv, il più grande leggeva un giallo per ragazzi ed io, finalmente, sono riuscito ad aprire il giornale.

A pranzo il giornale è rimasto appoggiato sul bordo del tavolo e il troll ha letto ad alta voce: «Ratzinger riabilita la scienza di Galileo» (la Repubblica del 22 dicembre 2008).

Con tutto il rispetto per l'antica istituzione, abbiamo tutti convenuto che -dopo che nel 1957 la cagnetta Laika è andata nello spazio e l'uomo sulla luna nel 1969- non si può di certo dire che il tempismo e la celerità siano doni della chiesa.
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martedì, dicembre 23, 2008

Buon natale

auguri di
Felice Natale
ed uno
Splendido 2009

Quest'anno vi mando, insieme agli auguri, un regalo di seconda mano. Il video qui sotto è stato regalato da Frankie Hi NRG MC a Emergency sperando che consenta all'associazione di portare qualche regalo anche a chi ha avuto la sventura di nascere dalla parte sbagliata del mondo.

Frankie hi-nrg mc "Din don"



Il video originale è sul blog di Frankie, dove è possibile scaricare gratuitamente anche l'MP3.
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lunedì, dicembre 22, 2008

Andando al lavoro

Quando vado in bicicletta al lavoro attraverso alcuni campi coltivati. Questi sono i miei calendari e segnano le stagioni con colori e odori.
Oggi c'è la nebbiolina invernale che si solleva dal terreno e la bruma che si forma sugli steli d'erba.
Qualche mese fa c'era il mais, alto e compatto sembrava una parte verde punteggiata dal giallo delle pannocchie che facevano capolino dalle foglie che le ricoprono.
In autunno l'odore era fresco e dolciastro, di erba bagnata. Prima ancora c'erano piccole piantine e un acre odore di letame.
L'estate c'era l'erba alta e di i papaveri macchiavano di rosso la distesa verde e gialla. Gli alberi erano un fantastico riparo per fermarsi a prendere fiato tra una pedala e l'altra.

Tra qualche tempo, alcuni mesi forse un anno, inizieranno a costruire una strada a due corsie per senso di marcia, probabilmente interrata e, forse, stradina per il traffico locale sul bordo.

Non sarà la stessa cosa.
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domenica, dicembre 21, 2008

Colori pastello

Colori pastello e luci morbide.
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sabato, dicembre 20, 2008

La mia sorella è un po' pelatina


Questa mattina, nel solito ribollire di preparativi per l'inizio della giornata, il capo stava facendo i codini alla principessa di 5 anni e, nel frattempo, spiegava che tra qualche anno sarà lei a farle alla sorellina tamagotchi di tre mesi.

Guardando la piccola nella sdraietta, la principessa esordisce «certo che ora è piuttosto pelatina ...» e lascia la frase in sospeso.

Si mette le scarpe, si sistema la maglia e si allaccia la giacca, poi con fare pensieroso continua «beh, anche papà».

Sigh.
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giovedì, dicembre 18, 2008

Dal barbiere


I due anziani signori tagliano i capelli, sembrerebbe da sempre. Sono seduto in un piccolo negozio di barbiere, di quelli con la vetrina ad una sola luce, tre comode poltrone di cuoio nero per chi aspetta e due grandi poltrone da barbiere -di quelle che si alzano e si abbassano, si reclinano e si girano- davanti ai rispettivi specchi e lavelli.

Le poltrone nere sono lise, sul tavolino nell'angolo c'è una copia del Corriere e 4 ganci a muro servono ad ospitare i cappotti. Il posto è piccolo, tranquillo, non c'è musica ma neanche troppe chiacchiere. Ogni tanto qualcuno si affaccia e saluta in milanese, valuta la coda e si allontana verso il bar.

Alle spalle dei due barbieri, per spezzare la parete altrimenti bianca, è appesa una stampa che rappresenta un antico barbiere che serve un bambino dall'aria recalcitrante.

Mi domando se il paradosso di Russel sia nato in una occasione come questa.

Mentre il troll viene sottoposto alla tosatura prefestiva mi guardo attorno -in un posto che frequento da anni senza averlo mai osservato- e scopro che Carlo e Amedeo Cerea hanno due diplomi di maestri di taglio capelli e hanno entrambi ricevuto, dalle mani dell'allora sindaco di Milano Carlo Tognoli, l'Ambrogino d'Oro (nell'84 uno e nell'88 l'altro).

Curioso che in Internet non si trovi uno storico degli Ambrogini, cioè delle benemerenze civiche concesse dal comune di Milano.

Quando arriva il mio turno il servizio è attento e paziente. Amedeo mi mette una mantellina e ripiega nel collo una strisciolina di carta bianca. Lo specchio è grande e pulito, accanto al lavello -su un asciugamanino candido- ci sono una ciotola per la schiuma da barba ed un pennello immerso in una sua ciotolina d'acciaio, il dopobarba ed il phon. Provo a chiedere degli ambrogini, ma la domanda sembra cadere in un pozzo del tempo dove si intravede una scuola di barbiere fondata a Milano, ma il resto della storia non arriva.

Una ripassata con la lametta al collo e ... a posto. Sono 23€ per padre e figlio. Quasi la metà di quello che spenderei da solo in uno squallido quaffeur unisex in un centro commerciale. E la fattura me la danno senza chiederla, come fosse normale farla.
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mercoledì, dicembre 17, 2008

Abbasso il PIL


E' dura parlare della recessione -che altro non è che una temporanea decrescita di una economia che da decenni cresce quasi costantemente- non fosse altro per le persone che rimangono senza lavoro e per quelle che non ce la fanno a pagare il mutuo.

E' dura pensare che, per mesi e forse per un paio di anni sarà più difficile fare affari, crescere in posizione lavorativa e stipendio ed anche cambiare macchina quando la vecchia non ce la fa più.

Ma condivido con molti l'idea che siccome siamo stati fino ad ora troppo occupati a procurarci i soldi per comprare cose inutili, non ci siamo dimenticati di ciò che è importante e che forse possiamo sfruttare questi tempi cupi per recuperare altre ricchezze.

Nella macro economia potremmo cominciare a misurare la ricchezza in modi diversi, accantonando l'ormai obsoleto Prodotto Interno Lordo. Poi potremmo pensare che l'economia va rifondata perché nel futuro sia adatta ad un mondo finito e ad un uomo libero e non più rotella di un meccanismo industriale.

Pazzo? Provate a rileggere il famoso discorso di Robert Kennedy sul PIL.

Propongo un motto per ogni risparmio che facciamo, per ogni contributo che diamo alla salvezza del mondo: ABBASSO IL PIL.

Cosa faccio se bevo acqua di rubinetto invece che acquistare bottiglie di acqua imbottigliata all'altro capo dell'Italia? Abbasso il PIL perché spendo meno per lo stesso prodotto, riduco la plastica, i trasporti, lo stoccaggio, la distribuzione e tutti gli altri costi nascosti che accompagnano ogni litro l'acqua in bottiglia.

Cosa faccio quando accompagno i figli a a scuola in bicicletta invece che in macchina? Abbasso il PIL perché non consumo né carburante, né macchina, né pneumatici.

Cosa faccio quando mi nutro prevalentemente di cibo a KM zero? Abbasso il PIL perché riduco i passaggi, gli stoccaggi, le ore di cella frigorifera, gli scarti ed i costi di trasporto.

Cosa faccio se introduco nelle mie abitudini almeno alcuni giorni alla settimana senza carne ne pesce? Abbasso il PIL perché le calorie vegetali costano molto meno delle calorie animali.

Che cosa faccio quando spengo la TV e non mi faccio condizionare dalla pubblicità dell'ultimo orologio di moda? Abbasso il PIL.

Cosa faccio ogni volta che mi impegno perché vengano ridotti gli sprechi della dell'amministrazione pubblica? Abbasso il PIL.

... e si potrebbe andare avanti a lungo.

Liberati i denari dagli utilizzi inutili -quando non dannosi- potremo utilizzarli migliorare la nostra vita attraverso l'attenzione per le relazioni umane, per la cultura, per una vita sana.
E probabilmente ci avanzeranno ancora risorse per curare, sfamare, accogliere, condividere ...
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giovedì, dicembre 11, 2008

E gli atei?

Ho ritrovato gli appunti per la recensione di "Opinioni di un Clown" di Heinrich Böll che avevo scritto ai tempi dell'università con l'idea di pubblicarlo su qualche rivista studentesca.
Leggere le opinioni di un clown, annotavo, significava immergersi per ore nella fine trama di umanità intessuta di sarcasmo e di lieve amarezza.
Hans, il clown, sente gli odori attraverso il telefono. Pensa, ma non giudica. I suoi sensi, le sue impressioni sono tutte le sue opinioni.
Mi sono annotato questo breve dialogo, a proposito della religione:

Hans: «I cattolici mi rendono nervoso perché sono sleali»
Altro: «E i protestanti?»
«Quelli mi fanno star male per tutto quel pasticciare attorno alla coscienza»
«E gli atei?»
«Quelli mi annoiano perchè parlano sempre di Dio»
«E lei cos'è, in conclusione?»
«Io sono un clown»
Ancora adesso, se devo pensare al maggior difetto degli atei, mi trovo a pensare che parlano troppo di Dio.
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Metalli e nastro adesivo

metalli, nastro adesivo, riflessi e filtro blu

lunedì, dicembre 08, 2008

Disciplina alle scuole primarie?


Guardo la TV, leggo i giornali, porgo l'orecchio alle chiacchiere di quartiere. Sembra che la disciplina a scuola sia una ricchezza del passato, dispersa dal '68 ad oggi ed ora, finalmente, ritrovata.

Eppure questa storia della bocciatura per voto in condotta mi convince poco, soprattutto alle elementari. Per la mia esperienza, i bambini cercano sempre e comunque di fare il loro meglio, perché ci tengono a raccogliere la stima degli adulti di riferimento. Quando non lo fanno è perché non possono o non riescono per limiti caratteriali, culturali o intellettivi o per scarsa predisposizione dell’insegnante all’insegnamento e ai rapporti umani.

Inoltre, per un bambino al di sotto dei 10 anni, la minaccia del 7 in condotta o della bocciatura non è semplicemente di alcun effetto in quanto supera il suo orizzonte temporale.

Avete figli dai 6 ai 9 anni e volete fare un esperimento? Adesso che siamo in dicembre minacciatelo di non portarlo in vacanza questa estate se non smette, ad esempio, di litigare con la sorella.
Per quanti minuti funzionerà?

A che serve tutto questo parlar di disciplina e di bocciatura?
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domenica, dicembre 07, 2008

Il lago d'inverno

Loredana Bertè cantava:
«Il mare d’inverno è solo un film in bianco e nero visto alla tv
e verso l’interno qualche nuvola del cielo che si butta giù
sabbia bagnata, una lettera che il vento sta portando via
punti invisibili rincorsi dai cani, stanche parabole di vecchi gabbiani
e io che rimango qui sola a cercare un caffè.
(...)
Il mare d’inverno è un concetto che il pensiero non considera
è poco moderno è qualcosa che nessuno mai desidera
(...)»
Ripropongo la canzone, scritta Enrico Ruggeri, in questo video del 1983:



Questa mattina mi sono trovato a domandarmi che dire del Lago, anche lui sembra un film in bianco e nero ed anch'io, seppure mai solo, mi ritrovo a cercare un caffè camminando tra i locali chiusi.

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giovedì, dicembre 04, 2008

Consiglio di circolo

Da qualche anno partecipo ai lavori del consiglio di circolo della scuola che prima era del troll, ed ora è della principessa.

Il Consiglio di Circolo (CdC, per brevità) è una delle istituzioni democratiche della scuola. In teoria dovrebbe entrare nel merito di un sacco di cose, alla fine si riduce ad un approvificio in cui la componente genitori ha l'unico potere di deliberare (cioè promulgare per delibera, sigh) un conto economico che non capisce e nei cui meandri è proibitivo addentrarsi.

Se siete abbastanza curiosi, potete trovare una definizione esatta degli organi collegiali della scuola sul sito del ministero dell'istruzione.

Il CdC ha compiti vaghi (oltre a quelli economici di cui abbiamo già detto) e la componente genitori dispone per statuto di una minoranza dei voti, la cui maggioranza è controllata dalle insegnati più la direttrice ed il personale ATA (cioè amministrativi e bidelli).

Per la precisione, il CdC è composto da 19 componenti, di cui 8 rappresentanti del personale docente più il dirigente scolastico, 2 rappresentanti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario e 8 rappresentanti dei genitori degli alunni. Il consiglio di circolo è presieduto da uno dei membri, eletto tra i rappresentanti dei genitori degli alunni.

Nel nostro circolo didattico (l'unione di un gruppo di scuole sotto una unica responsabilità amministrativa) direttore ed insegnanti sono legati da un ferreo patto non scritto: gli insegnati votano sempre dalla parte della direttrice e la direttrice difenderà con la spada il "diritto" degli insegnanti a non lavorare oltre i minimi stabiliti ed, in ogni caso, non consentirà ai genitori di avere alcun peso sul lavoro delle insegnati.

In pratica, il calendario scolastico può oscillare da un minimo di 200 giorni (obbligatori per legge) ad un massimo di 211 (per regolamento regionale), secondo voi quanti saranno i giorni di scuola quest'anno?

Ma, vantaggi immediati a parte, appena si varca la soglia della scuola sembra avvenire una strana inversione: la scuola invece che essere un fornitore di servizi che consente ai genitori di assolvere al loro dovere di educazione dei figli, diventa un papà arcigno ed un po' autoritario che educa bambini e genitori, che giudica le famiglie e si lamenta se i genitori non forniscono il necessario supporto.

I genitori sono vissuti alternativamente come fastidio o come figlioli che nulla possono e nulla capiscono, da educare più che da ascoltare.

Insomma, all'ultima riunione si parlava dei fondi che sono sempre meno e della necessità che i genitori siano più partecipi nel pagamento del contributo volontario o i soldi non basteranno per mantenere in vita tutti i progetti (attività oltre la normale programmazione scolastica) che sono in essere.
Una mamma spiega che non è facile coinvolgere i genitori, che normalmente
lavorano e, contemporaneamente, devono gestire casa, figli, compiti e nonni e sono immersi in molte altre attività e spese. Spesso, fa notare, la partecipazione è un sentimento, una sensazione che può essere aumentata anche solo chiedendo un parere. Perché insieme alla richiesta di fondi non diffondiamo anche un questionario sul gradimento dei progetti?
In fondo, chi non si sente partecipe nel momento in cui gli viene chiesto cosa ne pensa?

Non è che il questionario non venga somministrato ogni anno, è che viene fatto sugli insegnanti!

Provo a sollecitare, non mi sembra male l'idea di utilizzare il questionario per far sentire i genitori (paganti) maggiormente partecipi.

Ma, fanno notare, il questionario è già stato provato sui bambini con risultati non interessanti (cioè, il risultato era diverso da quello del questionario proposto alle insegnanti).
Ed ancora a domandarsi, che ne sanno i genitori delle attività a cui non partecipano? Che preparazione hanno? E poi, c'è la libertà della didattica ...

Faccio notare che, in fondo si tratterebbe solo di un parere, mica di un voto vincolante ... e poi, che c'entrano i progetti di integrazione o di musica con la libertà della didattica?

La direttrice, a questo punto, interviene d'autorità: la libertà della didattica non può essere messa in discussione, piuttosto non facciamo progetti, a costo di impoverire l'offerta formativa.

E comunque, sottolinea la vicedirettrice, la partecipazione dei genitori è garantita attraverso i rappresentanti eletti al consiglio di circolo.

Il classico arrocco, chiudo il re dietro la torre e dispongo i fanti: non aprirò casa mia allo straniero. Neanche oggi.
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mercoledì, dicembre 03, 2008

Filastrocca tick tack


«Io non taccio
tick, tack
mai mi fermo
tick, tack
notte e giorno
son sempre sveglio

Batto l'ora
tick, tack
i minuti
tick, tack
che non vadano perduti
tick, tack»

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Mi sento fortunato