martedì, dicembre 30, 2008

Le parole del 2008


Oggi, stimolato dal paginone centrale di Repubblica di un paio di giorni fa firmato da Smargissi e Bartezzaghi, mi dedico al gioco dell'identificazione delle parole che ho trovato significative nel 2008.

L'elenco, in ordine casuale, riflette tanto la mia storia personale quanto, forse, il zeitgeist cioè lo spirito del tempo. Lascio a voi di spartire le due anime:

  • blog
  • sobrietà
  • bicicletta
  • convivialità
  • demansionamento
  • vecchiaia
  • legamento crociato
  • menisco
  • datawarehouse
  • prostata
  • figli
  • famiglia
  • correre
  • wireless
  • touch-screen
  • Obama
  • emergenza sicurezza
  • ateismo
  • privilegi
  • crisi economica
  • energia (petrolio, sole, risparmio, etc.)
  • PIL
  • decrescita
  • paranoia
  • disprassia
  • scuola
  • Facebook
  • post (i mini-articoli nei blog)
Impossibile fare una classifica, ma ne riprendo alcune:
  1. Convivialità, è diventato un valore importante nella mia vita, grazie ai tantissimi amici che hanno arricchito la mia e nostra vita.
  2. Famiglia, è l'istituzione di maggior successo pur non essendo affatto democratica, e ha ravvivato e riempito la mia vita affettiva come mai prima.
  3. Figli, fanno coppia con famiglia ma, arrivati a tre (un troll, una principessa ed un tamagotchi) assumono una ricchezza di sfumature mai immaginate prima.
  4. Blog, in fondo mentre due guardano la tv e la capo cambia la tamagotchi, scrivo un post ...
  5. Sobrietà, che insieme alla convivialità costituiscono la nostra ricetta per vivere meglio nonostante, o grazie, alla crisi economica.
(*) L'immagine che accompagna questo post è rubata dal portfolio di Luca Mazzei su Graphicmas.com.
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lunedì, dicembre 29, 2008

La fuga


A 17 anni Renzo, in seguito ad una delusione amorosa, inforca la bicicletta -fedele destriero- e parte. E' il 1950, è autunno ed il ragazzo porta i pantaloni alla zuava, come si usava al tempo.

Parte da Rovereto, in provincia di Trento, e si avvia giù per la val d'Adige. Schiva Verona e svolta verso Brescia, seguendo la curva del Lago. Forse passa da Peschiera, dove c'è ancora un terribile carcere militare.

Quando è sera si ferma a Villanuova sul Clisi, vicino a Salò, dall'amico Luigi Bertelli. Ha percorso circa 120 Km. E' un'avventura, non capita mica tutti i giorni, e le sorelle di Giuseppe, quella sera li porteranno sotto la vigna a sentire la nuova canzone che stavano provando.
La canzone "Ciliegi Rosa" cantata da Nilla Pizzi era, al momento, la canzone più in voga.

Il giorno successivo arriva a Milano passando per Brescia e Bergamo e, dopo altri 120 Km, si ferma a dormire dalla zia Rosetta, che lo ospita su due sedie in un piccolissimo appartamento camera e cucina a pianoterra.
Il giorno dopo Renzo passa al mercato dove compra fichi e cachi al mercato di porta Romana. I soldi erano pochi e la frutta invitante. La zia insegna lingue straniere, forse inglese e francese, era single e anziana, ai tempi si diceva zitella.

Renzo contava sull'ospitalità della zia e memore della nottata passata sulle seggiole, parte per Busto Arsizio dove abita una parrucchiera che era amica di un'amica (sig.ra Casa, di Rovereto) della mamma.
La parrucchiera non l'ha ospitato ma lo ha fatto ospitare da un conoscente; e sono altri 40 Km.
Il giorno successivo Renzo torna a Rovereto pedalando per la bellezza di 280 Km in un uggioso giorno di fine ottobre.

Era il 1950 e la bicicletta era una Wiler classica, senza cambi. Il giorno stesso i genitori Clementina e Riccardo avevano denunciato la scomparsa di Renzo ai carabinieri e, la mattina successiva, sono andati a ritirarla terminando così, anche ufficialmente, la fuga.

Ed il racconto di mio padre, per oggi, termina qui.
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domenica, dicembre 28, 2008

Alle fonti della paura


Sull'Internazionale del 24 ottobre 2008 c'è un articolo di divulgazione scientifica tratto da NEW SCIENTIST (una rivista inglese) firmato da MICHAEL BOND. L'ho trovato così interessante da provare a riportarvene qui un brevissimo riassunto.

In aeroporto, ai viaggiatori viene proposta un'assicurazione di viaggio. La scelta è tra un'assicurazione che copre da qualsiasi incidente ed una, di uguale costo, specifica per gli atti terroristici. Il foglietto illustrativo riporta per entrambi gli stessi massimali ma la prima è sicuramente il prodotto migliore perché copre tanto gli atti terroristici che qualsiasi altro -quale il ben più probabile smarrimento dei bagagli- mentre la seconda polizza copre solo gli atti terroristici.

Si tratta di una simulazione a cui gli scienziati hanno sottoposto un campione della popolazione scoprendo che la maggioranza delle persone avrebbe sottoscritto la prima, contro il proprio interesse.

Chi ha detto che l'homo economicus sceglie la soluzione più conveniente?

Ma questa è una simulazione. In realtà -secondo Gerard Gigerenzer dell'Istituto Max Planck per lo sviluppo umano di Berlino- l'anno successivo all'attentato alle torri gemelle, molti americani hanno preferito la macchina all'aereo per gli spostamenti interni causando 1.600 morti in più in strada.

1.600 morti in strada più dell'anno prima sono sei volte più delle persone che sono morte perché erano sugli aerei dirottati.

Quindi ci sono almeno 1.300 persone che avrebbero evitato un destino orribile se avessero preso una scelta razionale invece che una emotiva. Già, perché -mi permetto di aggiungere- morire schiacciati in una scatoletta di metallo è orribile tanto quanto morire nello schianto di un aeroplano, o no?

L'articolo continua citando altri casi in cui la nostra “mente emotiva” soverchia quella “razionale” portandoci a scelte errate. In pratica, spiega l'articolo, la nostra capacità di giudizio riguardo ai pericoli è adatta ad una vita primitiva, in cui c'erano pochissime informazioni -in pratica solo quelle provenienti direttamente dai cinque sensi- e la necessità di agire in maniera molto tempestiva di fronte da un pericolo quale l'assalto di una bestia ferocie.

In pratica -secondo Nassim Nicholas Taleb, uno dei direttori del Decisional research laboratory della London business school- “Non siamo abbastanza razionali per essere esposti alla stampa”.

Dopo aver intervistato 150 persone riguardo agli attentati di Londra del 7 luglio 2005, i ricercatori dell'università di Portsmounth hanno scoperto che chi aveva letto o sentito più notizie sull'argomento aveva una probabilità più alta di creare falsi ricordi. In particolare, il 40% delle persone era convinto di aver visto le riprese (inesistenti) dell'esplosione dell'autobus a Tavistock square.

Secondo il governo di Londra tra il 2006 ed il 2007, il 65% degli inglesi crede che nel paese la criminalità sia aumentata. In realtà dal 1995 al 2005 la percentuale dei reati è diminuita del 42%.

Lo stesso succede anche negli USA dove da uno studio condotto del 2001 dalla Building blocks for youth, è emerso che tra il 1990 ed il 1998 il numero dei reati è diminuito del 20%, mentre lo spazio che la TV dedicava al crimine era aumentato dell'83% ed, in particolare, nello stesso periodo, lo spazio dedicato in televisione agli omicidi era aumentato del 473%, mentre il numero degli omicidi era -nella realtà- diminuito del 33%.

Ed ecco che nasce il mito: la televisione parla costantemente di crimini, le persone commentano tra di loro le notizie e questo determina un graduale formarsi della convinzione che la criminalità ed i reati, in particolare i più efferati e violenti -i più succosi per la TV- siano in drammatico aumento.

Ma la cosa più grave non è la distorsione del voto o il continuo formarsi di opinioni errate sul mondo; quanto l'effetto sulla vita delle persone, che per paura si riducono a vivere chiuse in casa -case, ovviamente, sempre più dotate di solide inferriate ed impianti di allarme- o in scatolette di metallo con le ruote e riservano lo stesso stato di perenne prigionia autoinflitta ai loro figli, che finiranno per ritenerlo normale ed inevitabile.

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giovedì, dicembre 25, 2008

I doni della chiesa

Una sera di un paio di giorni fa, dopo aver apparecchiato, la piccola nella sdraietta stava giocando con un braccialetto rumoroso, il capo spadellava, la principessa guardava la tv, il più grande leggeva un giallo per ragazzi ed io, finalmente, sono riuscito ad aprire il giornale.

A pranzo il giornale è rimasto appoggiato sul bordo del tavolo e il troll ha letto ad alta voce: «Ratzinger riabilita la scienza di Galileo» (la Repubblica del 22 dicembre 2008).

Con tutto il rispetto per l'antica istituzione, abbiamo tutti convenuto che -dopo che nel 1957 la cagnetta Laika è andata nello spazio e l'uomo sulla luna nel 1969- non si può di certo dire che il tempismo e la celerità siano doni della chiesa.
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martedì, dicembre 23, 2008

Buon natale

auguri di
Felice Natale
ed uno
Splendido 2009

Quest'anno vi mando, insieme agli auguri, un regalo di seconda mano. Il video qui sotto è stato regalato da Frankie Hi NRG MC a Emergency sperando che consenta all'associazione di portare qualche regalo anche a chi ha avuto la sventura di nascere dalla parte sbagliata del mondo.

Frankie hi-nrg mc "Din don"



Il video originale è sul blog di Frankie, dove è possibile scaricare gratuitamente anche l'MP3.
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lunedì, dicembre 22, 2008

Andando al lavoro

Quando vado in bicicletta al lavoro attraverso alcuni campi coltivati. Questi sono i miei calendari e segnano le stagioni con colori e odori.
Oggi c'è la nebbiolina invernale che si solleva dal terreno e la bruma che si forma sugli steli d'erba.
Qualche mese fa c'era il mais, alto e compatto sembrava una parte verde punteggiata dal giallo delle pannocchie che facevano capolino dalle foglie che le ricoprono.
In autunno l'odore era fresco e dolciastro, di erba bagnata. Prima ancora c'erano piccole piantine e un acre odore di letame.
L'estate c'era l'erba alta e di i papaveri macchiavano di rosso la distesa verde e gialla. Gli alberi erano un fantastico riparo per fermarsi a prendere fiato tra una pedala e l'altra.

Tra qualche tempo, alcuni mesi forse un anno, inizieranno a costruire una strada a due corsie per senso di marcia, probabilmente interrata e, forse, stradina per il traffico locale sul bordo.

Non sarà la stessa cosa.
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domenica, dicembre 21, 2008

Colori pastello

Colori pastello e luci morbide.
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sabato, dicembre 20, 2008

La mia sorella è un po' pelatina


Questa mattina, nel solito ribollire di preparativi per l'inizio della giornata, il capo stava facendo i codini alla principessa di 5 anni e, nel frattempo, spiegava che tra qualche anno sarà lei a farle alla sorellina tamagotchi di tre mesi.

Guardando la piccola nella sdraietta, la principessa esordisce «certo che ora è piuttosto pelatina ...» e lascia la frase in sospeso.

Si mette le scarpe, si sistema la maglia e si allaccia la giacca, poi con fare pensieroso continua «beh, anche papà».

Sigh.
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giovedì, dicembre 18, 2008

Dal barbiere


I due anziani signori tagliano i capelli, sembrerebbe da sempre. Sono seduto in un piccolo negozio di barbiere, di quelli con la vetrina ad una sola luce, tre comode poltrone di cuoio nero per chi aspetta e due grandi poltrone da barbiere -di quelle che si alzano e si abbassano, si reclinano e si girano- davanti ai rispettivi specchi e lavelli.

Le poltrone nere sono lise, sul tavolino nell'angolo c'è una copia del Corriere e 4 ganci a muro servono ad ospitare i cappotti. Il posto è piccolo, tranquillo, non c'è musica ma neanche troppe chiacchiere. Ogni tanto qualcuno si affaccia e saluta in milanese, valuta la coda e si allontana verso il bar.

Alle spalle dei due barbieri, per spezzare la parete altrimenti bianca, è appesa una stampa che rappresenta un antico barbiere che serve un bambino dall'aria recalcitrante.

Mi domando se il paradosso di Russel sia nato in una occasione come questa.

Mentre il troll viene sottoposto alla tosatura prefestiva mi guardo attorno -in un posto che frequento da anni senza averlo mai osservato- e scopro che Carlo e Amedeo Cerea hanno due diplomi di maestri di taglio capelli e hanno entrambi ricevuto, dalle mani dell'allora sindaco di Milano Carlo Tognoli, l'Ambrogino d'Oro (nell'84 uno e nell'88 l'altro).

Curioso che in Internet non si trovi uno storico degli Ambrogini, cioè delle benemerenze civiche concesse dal comune di Milano.

Quando arriva il mio turno il servizio è attento e paziente. Amedeo mi mette una mantellina e ripiega nel collo una strisciolina di carta bianca. Lo specchio è grande e pulito, accanto al lavello -su un asciugamanino candido- ci sono una ciotola per la schiuma da barba ed un pennello immerso in una sua ciotolina d'acciaio, il dopobarba ed il phon. Provo a chiedere degli ambrogini, ma la domanda sembra cadere in un pozzo del tempo dove si intravede una scuola di barbiere fondata a Milano, ma il resto della storia non arriva.

Una ripassata con la lametta al collo e ... a posto. Sono 23€ per padre e figlio. Quasi la metà di quello che spenderei da solo in uno squallido quaffeur unisex in un centro commerciale. E la fattura me la danno senza chiederla, come fosse normale farla.
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mercoledì, dicembre 17, 2008

Abbasso il PIL


E' dura parlare della recessione -che altro non è che una temporanea decrescita di una economia che da decenni cresce quasi costantemente- non fosse altro per le persone che rimangono senza lavoro e per quelle che non ce la fanno a pagare il mutuo.

E' dura pensare che, per mesi e forse per un paio di anni sarà più difficile fare affari, crescere in posizione lavorativa e stipendio ed anche cambiare macchina quando la vecchia non ce la fa più.

Ma condivido con molti l'idea che siccome siamo stati fino ad ora troppo occupati a procurarci i soldi per comprare cose inutili, non ci siamo dimenticati di ciò che è importante e che forse possiamo sfruttare questi tempi cupi per recuperare altre ricchezze.

Nella macro economia potremmo cominciare a misurare la ricchezza in modi diversi, accantonando l'ormai obsoleto Prodotto Interno Lordo. Poi potremmo pensare che l'economia va rifondata perché nel futuro sia adatta ad un mondo finito e ad un uomo libero e non più rotella di un meccanismo industriale.

Pazzo? Provate a rileggere il famoso discorso di Robert Kennedy sul PIL.

Propongo un motto per ogni risparmio che facciamo, per ogni contributo che diamo alla salvezza del mondo: ABBASSO IL PIL.

Cosa faccio se bevo acqua di rubinetto invece che acquistare bottiglie di acqua imbottigliata all'altro capo dell'Italia? Abbasso il PIL perché spendo meno per lo stesso prodotto, riduco la plastica, i trasporti, lo stoccaggio, la distribuzione e tutti gli altri costi nascosti che accompagnano ogni litro l'acqua in bottiglia.

Cosa faccio quando accompagno i figli a a scuola in bicicletta invece che in macchina? Abbasso il PIL perché non consumo né carburante, né macchina, né pneumatici.

Cosa faccio quando mi nutro prevalentemente di cibo a KM zero? Abbasso il PIL perché riduco i passaggi, gli stoccaggi, le ore di cella frigorifera, gli scarti ed i costi di trasporto.

Cosa faccio se introduco nelle mie abitudini almeno alcuni giorni alla settimana senza carne ne pesce? Abbasso il PIL perché le calorie vegetali costano molto meno delle calorie animali.

Che cosa faccio quando spengo la TV e non mi faccio condizionare dalla pubblicità dell'ultimo orologio di moda? Abbasso il PIL.

Cosa faccio ogni volta che mi impegno perché vengano ridotti gli sprechi della dell'amministrazione pubblica? Abbasso il PIL.

... e si potrebbe andare avanti a lungo.

Liberati i denari dagli utilizzi inutili -quando non dannosi- potremo utilizzarli migliorare la nostra vita attraverso l'attenzione per le relazioni umane, per la cultura, per una vita sana.
E probabilmente ci avanzeranno ancora risorse per curare, sfamare, accogliere, condividere ...
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giovedì, dicembre 11, 2008

E gli atei?

Ho ritrovato gli appunti per la recensione di "Opinioni di un Clown" di Heinrich Böll che avevo scritto ai tempi dell'università con l'idea di pubblicarlo su qualche rivista studentesca.
Leggere le opinioni di un clown, annotavo, significava immergersi per ore nella fine trama di umanità intessuta di sarcasmo e di lieve amarezza.
Hans, il clown, sente gli odori attraverso il telefono. Pensa, ma non giudica. I suoi sensi, le sue impressioni sono tutte le sue opinioni.
Mi sono annotato questo breve dialogo, a proposito della religione:

Hans: «I cattolici mi rendono nervoso perché sono sleali»
Altro: «E i protestanti?»
«Quelli mi fanno star male per tutto quel pasticciare attorno alla coscienza»
«E gli atei?»
«Quelli mi annoiano perchè parlano sempre di Dio»
«E lei cos'è, in conclusione?»
«Io sono un clown»
Ancora adesso, se devo pensare al maggior difetto degli atei, mi trovo a pensare che parlano troppo di Dio.
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Metalli e nastro adesivo

metalli, nastro adesivo, riflessi e filtro blu

lunedì, dicembre 08, 2008

Disciplina alle scuole primarie?


Guardo la TV, leggo i giornali, porgo l'orecchio alle chiacchiere di quartiere. Sembra che la disciplina a scuola sia una ricchezza del passato, dispersa dal '68 ad oggi ed ora, finalmente, ritrovata.

Eppure questa storia della bocciatura per voto in condotta mi convince poco, soprattutto alle elementari. Per la mia esperienza, i bambini cercano sempre e comunque di fare il loro meglio, perché ci tengono a raccogliere la stima degli adulti di riferimento. Quando non lo fanno è perché non possono o non riescono per limiti caratteriali, culturali o intellettivi o per scarsa predisposizione dell’insegnante all’insegnamento e ai rapporti umani.

Inoltre, per un bambino al di sotto dei 10 anni, la minaccia del 7 in condotta o della bocciatura non è semplicemente di alcun effetto in quanto supera il suo orizzonte temporale.

Avete figli dai 6 ai 9 anni e volete fare un esperimento? Adesso che siamo in dicembre minacciatelo di non portarlo in vacanza questa estate se non smette, ad esempio, di litigare con la sorella.
Per quanti minuti funzionerà?

A che serve tutto questo parlar di disciplina e di bocciatura?
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domenica, dicembre 07, 2008

Il lago d'inverno

Loredana Bertè cantava:
«Il mare d’inverno è solo un film in bianco e nero visto alla tv
e verso l’interno qualche nuvola del cielo che si butta giù
sabbia bagnata, una lettera che il vento sta portando via
punti invisibili rincorsi dai cani, stanche parabole di vecchi gabbiani
e io che rimango qui sola a cercare un caffè.
(...)
Il mare d’inverno è un concetto che il pensiero non considera
è poco moderno è qualcosa che nessuno mai desidera
(...)»
Ripropongo la canzone, scritta Enrico Ruggeri, in questo video del 1983:



Questa mattina mi sono trovato a domandarmi che dire del Lago, anche lui sembra un film in bianco e nero ed anch'io, seppure mai solo, mi ritrovo a cercare un caffè camminando tra i locali chiusi.

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giovedì, dicembre 04, 2008

Consiglio di circolo

Da qualche anno partecipo ai lavori del consiglio di circolo della scuola che prima era del troll, ed ora è della principessa.

Il Consiglio di Circolo (CdC, per brevità) è una delle istituzioni democratiche della scuola. In teoria dovrebbe entrare nel merito di un sacco di cose, alla fine si riduce ad un approvificio in cui la componente genitori ha l'unico potere di deliberare (cioè promulgare per delibera, sigh) un conto economico che non capisce e nei cui meandri è proibitivo addentrarsi.

Se siete abbastanza curiosi, potete trovare una definizione esatta degli organi collegiali della scuola sul sito del ministero dell'istruzione.

Il CdC ha compiti vaghi (oltre a quelli economici di cui abbiamo già detto) e la componente genitori dispone per statuto di una minoranza dei voti, la cui maggioranza è controllata dalle insegnati più la direttrice ed il personale ATA (cioè amministrativi e bidelli).

Per la precisione, il CdC è composto da 19 componenti, di cui 8 rappresentanti del personale docente più il dirigente scolastico, 2 rappresentanti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario e 8 rappresentanti dei genitori degli alunni. Il consiglio di circolo è presieduto da uno dei membri, eletto tra i rappresentanti dei genitori degli alunni.

Nel nostro circolo didattico (l'unione di un gruppo di scuole sotto una unica responsabilità amministrativa) direttore ed insegnanti sono legati da un ferreo patto non scritto: gli insegnati votano sempre dalla parte della direttrice e la direttrice difenderà con la spada il "diritto" degli insegnanti a non lavorare oltre i minimi stabiliti ed, in ogni caso, non consentirà ai genitori di avere alcun peso sul lavoro delle insegnati.

In pratica, il calendario scolastico può oscillare da un minimo di 200 giorni (obbligatori per legge) ad un massimo di 211 (per regolamento regionale), secondo voi quanti saranno i giorni di scuola quest'anno?

Ma, vantaggi immediati a parte, appena si varca la soglia della scuola sembra avvenire una strana inversione: la scuola invece che essere un fornitore di servizi che consente ai genitori di assolvere al loro dovere di educazione dei figli, diventa un papà arcigno ed un po' autoritario che educa bambini e genitori, che giudica le famiglie e si lamenta se i genitori non forniscono il necessario supporto.

I genitori sono vissuti alternativamente come fastidio o come figlioli che nulla possono e nulla capiscono, da educare più che da ascoltare.

Insomma, all'ultima riunione si parlava dei fondi che sono sempre meno e della necessità che i genitori siano più partecipi nel pagamento del contributo volontario o i soldi non basteranno per mantenere in vita tutti i progetti (attività oltre la normale programmazione scolastica) che sono in essere.
Una mamma spiega che non è facile coinvolgere i genitori, che normalmente
lavorano e, contemporaneamente, devono gestire casa, figli, compiti e nonni e sono immersi in molte altre attività e spese. Spesso, fa notare, la partecipazione è un sentimento, una sensazione che può essere aumentata anche solo chiedendo un parere. Perché insieme alla richiesta di fondi non diffondiamo anche un questionario sul gradimento dei progetti?
In fondo, chi non si sente partecipe nel momento in cui gli viene chiesto cosa ne pensa?

Non è che il questionario non venga somministrato ogni anno, è che viene fatto sugli insegnanti!

Provo a sollecitare, non mi sembra male l'idea di utilizzare il questionario per far sentire i genitori (paganti) maggiormente partecipi.

Ma, fanno notare, il questionario è già stato provato sui bambini con risultati non interessanti (cioè, il risultato era diverso da quello del questionario proposto alle insegnanti).
Ed ancora a domandarsi, che ne sanno i genitori delle attività a cui non partecipano? Che preparazione hanno? E poi, c'è la libertà della didattica ...

Faccio notare che, in fondo si tratterebbe solo di un parere, mica di un voto vincolante ... e poi, che c'entrano i progetti di integrazione o di musica con la libertà della didattica?

La direttrice, a questo punto, interviene d'autorità: la libertà della didattica non può essere messa in discussione, piuttosto non facciamo progetti, a costo di impoverire l'offerta formativa.

E comunque, sottolinea la vicedirettrice, la partecipazione dei genitori è garantita attraverso i rappresentanti eletti al consiglio di circolo.

Il classico arrocco, chiudo il re dietro la torre e dispongo i fanti: non aprirò casa mia allo straniero. Neanche oggi.
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mercoledì, dicembre 03, 2008

Filastrocca tick tack


«Io non taccio
tick, tack
mai mi fermo
tick, tack
notte e giorno
son sempre sveglio

Batto l'ora
tick, tack
i minuti
tick, tack
che non vadano perduti
tick, tack»

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domenica, novembre 30, 2008

Disprassia, la lettera di Anna.


In risposta ai miei post sulla disprassia infantile, una mamma mi ha scritto una lettera che trovo utile per illustrare alcune delle difficoltà dei genitori che si trovano a dover fronteggiare le situazioni indotte dalla disprassia.
Ci siamo scambiati qualche mail ed Anna mi ha concesso l'utilizzo della sua bella lettera.

«Ciao Marco,
mi chiamo Anna, ho 32 anni ed ho un bimbo di 8 anni che frequenta la terza elementare.
L'anno scorso, dopo la prima pagella ho portato Daniele dalla psicologa scolastica che da febbraio a maggio ha incontrato mio figlio per capire che cosa avesse visto le continue lamentele delle maestre.
A maggio abbiamo fatto un incontro tutti insieme (io-psicologa-e le tre maestre) e qui la psicologa ha parlato di disprassia.

Ieri, chiamata urgentemente dalla maestra di italiano, mi reco ad un colloquio con lei e disperata mi dice che Daniele è snervante.
E' brillante per alcune cose (poesie a memoria, dettati...), ma per altre è un disastro (soprattutto nello scrivere un racconto).
Ed io le ho chiesto: ma lei c'era alla riunione che abbiamo fatto a maggio con la psicologa?
La maestra:- Cosa ha Daniele? Disprassia? ah, aspetti che me lo scrivo. Sa sto facendo un corso ... come ha detto: disprassia?-
Che tristezza!!!!!!!
Devo dire che sento una grande ignoranza e incomprensione. (...)

Anna
»
Proviamo a rileggere:
  1. La disprassia è stata diagnosticata quasi subito, ottimo. Non capita spesso. Quando il troll era in prima elementare il termine italiano disprassia probabilmente non esisteva neppure, e comunque nessuno ne sapeva nulla.
  2. Per gli insegnati i bambini disprassici potrebbero essere uno spasso, visto che sono spesso intellettualmente brillanti. Ma finiscono per essere solo una rogna, che tentano puntualmente di riversare sui genitori, come se questi potessero farci qualcosa.
  3. Le spiegazioni vengono sempre richieste, ma raramente ascoltate.
Non ho trovato di meglio che raccontarle un po' delle nostre peripezie e accennare qualche consiglio.

Per la mia esperienza la disprassia dell'età infantile migliora sensibilmente con l'età (un disprassico diviene sempre meno riconoscibile con l'avanzare del tempo) e per molti versi nostro figlio riesce ora a fare cose che una volta non immaginavamo neppure.

La certificazione è utilissima per abbassare il tono di conflitto con la scuola e, comunque, è molto utile che ci sia qualcuno cui sia noi genitori che gli insegnanti possano chiedere consigli sul comportamento migliore da tenere.

Inoltre, la disprassia è sempre esistita (come la dislessia) e, anche se non esistono test per la disprassia per adulti, sono abbastanza convinto di essere disprassico io stesso (lo conferma il mio passato scolastico travagliato almeno fino all'inizio delle superiori).

Ed infine i consigli, che rigiro a tutti i genitori di figli disprassici:
Siate pazienti ed affettuosi. Siate sfidanti sulle cose in cui vostro figlio riesce, in modo che abbia soddisfazione nel dimostrarvi le sue possenti abilità in contrapposizione dalle umilianti disabilità che vedono i poco attenti. Se lo considerate un po' strano ma fantastico vivrà, almeno, un'infanzia migliore.
P.S. Potete trovare gli altri post sull'argomento all'etichetta disprassia.
~

giovedì, novembre 27, 2008

E' arrivato il momento della fiducia

Non so da dove iniziare, forse sono matto o forse malato ma più le cose accadono e più mi sembra che sia il momento di investire. Di avere fiducia. Di risparmiare e di avventurarsi.

Finiti i tempi della grande truffa, degli occhi chiusi di fronte al disastro ecologico, della finanza creativa, dell'arricchimento degli esercenti al cambio di mille lire ad un euro e dell'infinito aumento di consumo del petrolio; i nostri stili di vita possono solo migliorare (non aumentare, migliorare) e l'economia reale alla fine non potrà che trarne giovamento.

La ricetta per la felicità? Stringere i denti e cercare le spese inutili da tagliare, finalizzare meglio le spese e gli sforzi, essere ottimisti e pensare al futuro. In famiglia, sostituire tutte le lampadine con lampadine a risparmio, fare una attenta raccolta differenziata, comprare frutta e verdura con meno confezioni possibili, ridurre l'uso dell'automobile all'indispensabile, stare con i figli e con gli amici invece che guardare la tv, abbassare il riscaldamento e pensare ad un caldo maglione invece che al capo di moda.

Sì, sono matto.
~

Filastrocca della formichina


La Principessa ha provato ad insegnarmi un'altra filastrocca.

«Guardala là una formichina
corre, corre alla mattina

Corre, corre fino a sera
corre anche in primavera»
~

martedì, novembre 25, 2008

Decolonizzare l'immaginario


Ultimamente guardo sempre meno televisione e, quando la guardo, evito la pubblicità (la reclame, come dice la Principessa) come la peste.

Il fatto è che vorrei riprendere il controllo dei miei desideri, che sono sospinti dalla reclame non verso una vita più sana e felice ma verso un maggior consumo. La pubblicità ci induce desideri costosi e, per la maggior parte, inutili.

Dopo la tredicesima pubblicità di orologi, come si fa a non guardare il proprio pensando che è vecchiotto e che, forse sarebbe ora di sostituirlo?

Quando non possiamo permetterci ciò che desideriamo siamo spinti a fare gesti folli o a sacrificarci di più risparmiando su cose veramente utili o a lavorare di più per arrivare al reddito necessario. Riguardo ai gesti dissennati, si veda la proliferazione di finanziarie che si prestano ad emettere prestiti a chiunque, anche a chi poi farà fatica a ripagarli, si vede che la clientela c'è.

Riguardo al lavorare di più, niente di meglio del lavoro per avere anche una posizione ed uno scopo nella società ... ma a volte un'ora in più con la propria famiglia vale di più di un telefonino dotato di tutto regalato ad un bambino delle elementari.

Il nostro immaginario è colonizzato dalle merci e da un'idea di stile di vita ideale impossibile per tutti, un ideale fatto di BMV che non tutti ci possiamo permettere, di ville con piscina che solo pochi potranno avere (anche perché lo spazio è finito e l'Italia non basterebbe), di vestiti ogni mese diversi, di usa e getta, di giochi che non avremo il tempo di giocare, di viaggi in posti perfetti ed esotici e di servizi eccezionali (anche i servizi sono merci).

L'immaginario si coltiva con l'arte. La pubblicità e la moda sono indubbiamente forme d'arte. Come l'arte possono essere belle e comunicative o essere brutte e opache. Al contrario dell'arte come la intendiamo comunemente ci entrano in casa e si offrono alla nostra attenzione come un bella donna in caccia, del nostro denaro.

La reclame fa leva sui nostri istinti per convincerci, non per farci pensare. Per instillare sicurezze invece che dubbi.

Leggo sui giornali che la colpa della crisi è del calo dei consumi, che chi consuma fa bene all'Italia.
Siamo arrivati, alla fine, al consumatore al servizio del produttore.
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Inizio inverno

Questa mattina, mentre pedalavo verso l'ufficio mi ha colpito la bellezza di questo tronco autunnale. E' l'inizio dell'inverno, l'aria è fredda ed il dolore alle estremità mi ha convinto ad indossare i guanti. La bruma fa brillare alcuni steli d'erba nel campo i cui bordi solo offuscati da una leggera nebbiolina ed il rosso dei rampicanti -mi dicono venuti dalle Americhe- rende surreale l'attraversamento dei campi. La natura mi ha regalato un attimo di poesia ed è un regalo che non posso possedere, ma godere per un attimo.
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lunedì, novembre 24, 2008

I ROM rubano i bambini? Falso!

Un'associazione ha, con santa pazienza, spulciato gli eventi di cronaca che tanto scalpore hanno causato negli ultimi anni e li ha raccolti sul proprio blog (Associazione Culturale il Fondo).

Le storie si assomigliano tutte: una signora di etnia ROM si avvicina inavvertitamente ad un bambino italiano, la madre si mette ad urlare come una forsennata, le persone nell vicinanze tentano di linciare la malcapitata zingara, e sia giornali che telegiornali sparano in prima pagina il tentativo di rapimento.

Salvo che poi si svolgono interrogatori ed indagini e l'accusata viene rilasciata per non aver commesso il fatto. Non per mancanza di prove. Per non aver commesso il fatto.

I giornali riportano un trafiletto il quinta pagina, quando và bene e le persone restano conviente che i fatto sia realmente avvenuto.

Gli zingari hanno probabilmente molte colpe -sempre individuali, ovviamente- ma non rubano i bambini. Non risulta nessun caso di bambino italiano rapito da ROM. Tolti i casi di genitori che "rapiscono" i propri figli assegnati all'assistenza sociale, nelle statistiche di rapimenti dei minori sul sito della polizia di stato non risulta nessun caso.

Sergio Bontempelli, un esperto di immigrazione che presta la sua opera in diversi enti ed associazioni che si occupano dell'argomento, ha raccolto diversi articoli sull'argomento in Rom ladri di bambini.

Se avete ancora qualche dubbio, una ricerca dell'università di Verona su 40 casi dall'86 al 2007 (da la Repubblica) dimostra che il pregiudizio secondo cui i ROM rubano i bambini è semplicemente falso.

Volete ancora crederci? Liberi di farlo, ma state attenti quando andate in bagno, uno dei coccodrilli che si diceva infestassero le fogne di New York potrebbe essere arrivato fin qui.
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domenica, novembre 23, 2008

La (poca) soddisfazione di ciò che si possiede

In fondo anche Macchiavelli riconosceva che non è il possesso a rendere felici:

«La natura ha creato gli uomini in modo che possono desiderare ogni cosa e non possono conseguire ogni cosa: talchè essendo sempre maggiore il desiderio che la potenza dello acquistare, ne risulta la magra contentezza di quello che si possiede,
e la poca soddisfazione d' esso.
(Niccolò Macchiavelli) »
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sabato, novembre 22, 2008

Sotto il grembiule niente


Sono tempi di guerra. I complottanti, ormai per la maggior parte canuti, si ritrovano la sera in un'aula del comune per discutere delle mosse del nemico. Il nemico sfugge, si nasconde, si rifugia dietro, decreti e leggi.
Persone perbene con l'aria di essere appena uscite da qualche ufficio del terziario avanzato spolverano parole ed argomenti che sembrano provenire da un lontano passato. Si parla di controinformazione, di solidarità, di riforme coraggiose varate e mai approdate. Risuona il nome di Luigi Berlinguer, trombato per non infastidire troppo la casta degli insegnati stuzzicata dai tentativi di riforma.
La Gelmini non riforma nulla, lancia degli slogan e poi parte a raffica con i decreti. Così, senza colpo ferire arriva la riforma che riforma non è.

Il clima inizia a scaldarsi quando una maestra sbuca dal pubblico ed inizia a raccontare come tutti ce l'abbiano con le insegnati. Anche al panettiere non si parla d'altro.
Addirittura, il dipendente delle poste si è permesso di farle notare che guadagna meno di lei senza avere diritto a tutte quelle ferie. «Accidenti» dice lei «il dipendente delle poste lavora con pezzi di carta, mica con bambini».

Certo che, si inserisce una anziana signora responsabile istruzione di un comune vicino, «6 bidelli su 10 sono allergici ai detersivi».

Racconto della frustrazione di essere rappresentante dei genitori al consiglio di circolo alla scuola di mio figlio. Di come gli insegnati siano quasi sempre al limite del numero legale e si presentino in massa quando c'è da votare il calendario scolastico, che viene blindato al minimo raccomandato dalla regione e, se possibile, un po' meno. Non sia mai che si lavori un giorno di più.

Ridurranno le ore di insegnamento. Ridurranno il sostegno. Forse. Dipenderà dall'autonomia scolastica. Quanto servizio verrà tolto alle famiglie? Verrà tolto?

Esco, alla fine, più frustrato e inconcludente di quando sono entrato.
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venerdì, novembre 21, 2008

La filastrocca dell'elefante

La principessa, da qualche giorno, mi canta la filastrocca dell'elefante. Ieri mi ha costretto a scriverla.

«Come è grande l'elefante
che si muove tra le piante

se comincia a camminare
lui la terra fa tremare

se comincia a camminare
lui la terra fa tremare»
Dice che scrivendola potrei impararla anch'io, se mi sforzo un po'.
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mercoledì, novembre 19, 2008

Il costo economico della querra in Iraq


Toh, siamo in recessione.

Dove sono finiti tutti i soldi che riempivano le vasche su cui i banchieri surfavano? Sembra quasi che qualcuno abbia tolto il tappo e che abbiano preso la strada del mare attraverso i tubi delle fognature.
Saranno andati tutti ai paesi produttori di petrolio? Ma, in fondo, dato che i paesi produttori di petrolio, in genere, non producono quasi niente altro li avrebbero utilizzati per comprare maglioncini di marca o inutili Ferrari, ed i soldi sarebbero tornati dalla finestra dopo essere usciti dalla porta.

Ammettiamo che un po' di soldi siano stati bruciati dalla bolletta energetica ed un altro po' non siano mai esistiti in quanto erano solo debiti, sembra sempre che manchi qualcosa.
Ho trovato una tabellina che vi voglio sottoporre: i costi della guerra in Iraq (fonte).

IRAQ

  • Per Month - $10.3 billion
  • Per Week - $2.4 billion
  • Per Day - $343 million
  • Per Hour - $14 million
  • Per Minute - $238,425
  • Per Second - $3,973
Vorrei che ci soffermassimo un attimo sulla cifra: 10,3 miliardi di dollari al mese.

Ce lo avete presente un miliardo? Sono mille volte un milione. Considerando che con un milione di dollari, in Italia, si riuscirebbe a comprare una discreta villetta, vuol dire che con un miliardo potrei cambiare casa ogni due settimane fino alla fine dei miei giorni e, ogni volta, regalare la casa al primo che incontro per strada.

Con 10 miliardi potremmo farlo in 10. La guerra, senza considerare i danni morali e nella viva carne degli uomini de dei bambini, ha bruciato 10,3 miliardi al mese negli ultimi 70 mesi, cioè più di 700 miliardi di dollari. Da dove sono venuti i 700 miliardi, considerando che G. W. Bush ha abbassato le tasse (ai ricchi)?

P.S. Ho trovato un impressionante contatore real time del costo della missione USA in Iraq.
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venerdì, novembre 14, 2008

La lumaca

Ci vuole poco per trasformare una principessa in lumaca.
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giovedì, novembre 13, 2008

Camminare, di sera con i bambini


Abbiamo festeggiato il compleanno della principessa in un sala affittata all'oratorio. Le mamme, con bevanda e sigaretta, si sono accomodate ai tavolini del bar, mentre i bambini si sono sparsi per il cortile a giocare.
Dopo la corsa per preparare figli e cibi, bevande e addobbi ed aver allestito la sala, mi accascio su una seggiola ed estraggo il blocchetto appunti che oramai mi accompagna ovunque.

Una mamma chiama la figlia e la apostrofa «Ho freddo, mettiti un maglione». Mi ritrovo ad osservare la giacca della mamma adagiata sulle ginocchia mentre si frega teatralmente le spalle.

Un'altra mamma chiede a tutti ed a nessuno «Io, a colazione, maglio pane, latte e miele. Perché mio figlio no?». Le domando chi fa la spesa in casa, ma la domanda cade nel vuoto.

Alla fine del pomeriggio autunnale ci troviamo da soli a pulire e sbaraccare. Tutte le mamme hanno caricato bimbi e giacconi in macchina e si sono avviate verso casa.

Pioviggina è buio e fa effettivamente un po' freddo ma, visto che distiamo da casa poco meno di un chilometro, lascio che la moglie riporti a casa la macchina, che abbiamo caricato con i resti della festa, e mi avvio a piedi con la principessa ed il cuginetto di 5 anni.

Per strada ci fermiamo ad osservare i giochi di ombra degli alberi e rubiamo qualche foglia alle piante aromatiche che sporgono dai giardini delle villette.

Il cuginetto raggruppa un po' di parole e poi, stringendo la mano alla principessa, commenta «E' bello camminare perché si possono guardare le cose. In macchina si sale, e poi si arriva subito.»

Già, in macchina c'è un tetto, il riscaldamento e lo stereo ma non c'è viaggio. Solo un frettoloso partire ed uno sterile arrivare.
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mercoledì, novembre 12, 2008

Nero come Invisible man


Un caro amico, prete e missionario (di mé, che son ateo!) prima missionario in Italia è ora ad Haiti, da cui ci aggiorna con lo splendido blog Lambertission.
Una delle poche volte che ha avuto occasione di tornare mi ha raccontato che, andando in giro per Chicago, se saluta qualcuno che passa questo si ferma, saluta ed eventualmente scambia qualche parola di circostanza, prima di tirare dritto. Normale, insomma, come dovrebbe essere.
Si noti che, per inciso, Chicago è una delle città più pericolose degli USA e lui è nero, nero come la pece, non un po' abbronzato.

In Italia, in una tranquilla e ricca cittadina nella periferia di Milano, i passanti reagiscono al saluto abbassando la testa, guardando dall'altra parte e accelerando il passo.

Sembra quasi che essere neri, in Italia, renda trasparenti.

P.S. La fotografia è tratta dal film del 1933 L'uomo invisibile.
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martedì, novembre 11, 2008

Famiglie equilibrate

Un nuovo problemino di statistica per torturare i vostri possenti neuroni.


Famiglie equilibrate

In uno sperduto paesino del Kentucky un dipendente del comune decide di considerare equilibrate le famiglie con pari numero di figli maschi e femmine.
Controlla nei registri anagrafici ed, in effetti, negli ultimi anni il numero dei nati maschi equivale al numero delle bambine. Dunque parte dal presupposto che la probabilità che un bambino nasca femmina corrisponde alla probabilità che nasca maschio.
Fa due calcoli e scopre che ci pi può aspettare che nelle famiglie con due figli, le famiglie equilibrate (un maschio ed una femmina) sono circa la metà. Immagina che lo stesso principio valga anche per le famiglie con 4 figli, ma i conti non tornano. Potete aiutarlo?

La soluzione è nascosta qui sotto, in bianco su bianco, ed è leggibile selezionando il testo.

Dato che probabilità maschio=probabilità femmina, tutte le combinazioni di 4 figli sono equiprobabili. Contiamole:


01. mmmm
02. mmmf
03. mmfm
04. mmff #1 equilibrata
05. mfmm
06. mfmf #2 equilibrata
07. mffm #3 equilibrata
08. mfff
09. fmmm
10. fmmf #4 equilibrata
11. fmfm #5 equilibrata
12. fmff
13. fmfm #6 equilibrata
14. ffmf
15. fffm
16. ffff

Dunque le famiglie equilibrate saranno 6/16 cioè 3/8 cioè il 37.5%.

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sabato, novembre 08, 2008

Cereali per colazione



Non so come fanno quelli che prendono solo un caffè prima di uscire di casa. Io la mattina ho fame, e se non faccio colazione come si deve mi incattivisco subito. Sarà per questo che molti automobilisti sono così aggressivi la mattina, durante la strada da casa al lavoro?

Non divaghiamo, durante la colazione preferiamo latte, caffè, muesli, pane e marmellata. Marmellata magicamente preparata dalla moglie, che vi dedica due o tre domeniche l'anno, tra un impegno e l'altro.

Però, la principessa che è il membro della famiglia più sensibile alla morsa del marketing -anche perché è l'unica che guarda un'ora di TV al giorno- chiede, e spesso ottiene, un trattamento speciale.

Dopo aspre lotte siamo riusciti a trovare un prodotto che non contiene coloranti o conservanti o grassi idrogenati, i cereali "Pan di stelle" del Mulino Bianco, uno dei marchi di Barilla.
L'elenco degli ingredienti è comunque troppo lungo:

  1. farina di riso 32,2%
  2. farina di frumento 29,6%
  3. zucchero (senza percentuale indicata)
  4. cacao magro in polvere 5,2%
  5. amido di frumento
  6. cioccolato in polvere 1,8% (zucchero, pasta di cacao, cacao magro in polvere, aroma)
  7. latte scremato in polvere
  8. estratto di malto d'orzo
  9. sale
  10. emulsionanti: lecitina di soia, mono-digliceridi degli acidi grassi, aroma
Anche ammettendo che tutti questi ingredienti siano necessari, non si capisce perché, tra gli ingredienti principali -quelli da 1 a 5- solo dello zucchero non vi sia la quantità.
Proviamo ad indagare nella tabella dei contenuti nutrizionali, per 100g di prodotto:
  • Carboidrati: 82,2g
  • di cui zuccheri 34g
Questo significa che, su una confezione di 300g, più di un etto è zucchero. E, magari, molti bambini zuccherano il latte, prima di aggiungerci i cereali.

Mary Poppins, per far prendere le medicine ai bambini cantava:

«Con un poco di zucchero la pillola va giù,
la pillola va giù, pillola va giù.
Basta un poco di zucchero e la pillola va giù.
Tutto brillerà di più.»

Già, la pillola. Mentre Altroconsumo lancia la campagna Pubblicità che ingrassa, il Ministero della Salute ammette:
«sovrappeso e obesità in età evolutiva non sono certo un fenomeno raro, considerando che nel nostro Paese nel 1999-2000 la percentuale di bambini ed adolescenti (per un campione di età compresa tra i 6 ed i 17 anni) in sovrappeso raggiunge circa il 20%, mentre è pari al 4% la quota degli obesi.»
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giovedì, novembre 06, 2008

Ancora con la caffettiera

La caffettiera della casa al lago non viene utilizzata da questa estate. La moglie lamenta che il caffè è imbevibile e la caffettiera andrà eliminata.
«Beh, se una caffettiera non viene utilizzata da tanto tempo, bisogna darle almeno una seconda possibilità» commento, incautamente, io.
E lei, in tono epico «Non ho mai dato a nessuno una seconda possibilità di deludermi».
...
Non so perché ma mi sono sentito un po' minacciato.
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mercoledì, novembre 05, 2008

W Oabama, e auguri ...

Questa mattina Barack Hussein Obama II è il 44° presidente degli Stati Uniti d'America.

Sperando che il rinnovamento non si fermi al di là dell'atlantico, mi auguro che avessero ragione i Pitura Freska con questa canzone del 1997 in dialetto veneziano.


Papa Nero

Abracadabra
Cosa nostra Damus
ga magna' par indovinar el bonus?
'se tuto previsto
da l'incuinamento al sangue misto
'se professia
Nina, Pinta, Santa Maria
'la par condicio? Assolutissimamente no.
Perche' 'se scrito, dito, stradito dai oracoi
'la piovra perdera' i tentacoi
e cascara' i tabu' col penultimo Gesu'
e el sara' un omo dal continente nero
Sara' vero?
dopo Miss Italia aver un Papa nero?
no me par vero...
un Papa nero che scolta 'le me canson in venessian
parche' el 'se nero african
Sara' vero?
dopo Miss Italia aver un Papa nero?
no me par vero...
un Papa nero che canta 'le me canson in venessian
parche' el 'se nero african
A l'e' lu? Ja
Visioni ecstra
Nostradamus, Cagliostro, 'Saratustra
dentro na sfera
i ga visto l'ignoransa i tera
ma l'omo 'se duro
col poter ei compra el futuro
il sesto senso. Assolutissimamente no.
Perche' 'se scrito, dito, stradito dai oracoi
'la piovra perdera' i tentacoi
e cascara' i tabu' col penultimo Gesu'
e el sara' un omo dal continente nero
Sara' vero?
dopo Miss Italia aver un Papa nero?
no me par vero...
un Papa nero che scolta 'le me canson in venessian
parche' el 'se nero african
Sara' vero?
dopo Miss Italia aver un Papa nero?
no me par vero...
un Papa nero che canta 'le me canson in venessian
parche' el 'se nero african
'se african dall'Africa nera
dove ogni giorno ghe 'se gente che se spara
insegnera' cossa che gera
vivar na vita col rispeto dea natura
Eo ga do brassi
come de mi'
Eo ga do occi
come de mi'
Eo ciapa e parte
come de mi'
Lui si diverte
come de mi'
Insegna e impara
come de mi'
Eo ga paura
come de mi'
Lavora e suda
come de mi'
Parche' 'se nero african
Sara' vero?
dopo Miss Italia aver un Papa nero?
no me par vero...
un Papa nero che scolta 'le me canson in venessian
parche' el 'se nero african
Sara' vero?
dopo Miss Italia aver un Papa nero?
no me par vero...
un Papa nero che canta 'le me canson in venessian
parche' el 'se nero african
A l'e' lu? Ja
~

lunedì, novembre 03, 2008

Gelmini dixit

Per capire la riforma della scuola proposta dal ministro Gelmini e materializzata in un decreto lgge, può essere utile leggere un articolo scritto di dalla Gelmini stessa sul Corrire della Sera e intitolato «Quarant' anni da smantellare»

Cito ampi brani che ho trovato tanto significativi quanto controversi e mi permetto di evidenziare alcuni passaggi.

Si inizia con la critica del politicamente corretto, come se la scorrettezza fosse un valore

(...) Dal 1968 a oggi la scuola è diventata quello che non può e non deve essere: un ammortizzatore sociale, una macchina erogatrice di stipendi - per giunta inadeguati - per gli insegnanti.

Una tipografia di diplomi - inutili e inutilizzabili - per gli studenti. Un mostro burocratico produttore di normative e circolari che si contraddicono l' una con l' altra.

In quarant'anni di ideologia «politicamente corretta», di dominio ideologico della sinistra, la scuola è diventato tutto questo e ha perso il senso della sua missione: la formazione culturale e professionale dei giovani e, insieme, la costruzione del futuro di una nazione.
elenca i valori (si presti attenzione al vuoto pedagogismo che va a tenere compagnia al politicamente corretto del paragrafo precedente)
Galli della Loggia è però ingeneroso quando accusa il governo di considerare la scuola niente più che un inutile costo da tagliare. Da quando ho assunto la responsabilità di ministro ho avanzato alcune proposte per cambiare uno stato di cose non più tollerabile. Voglio ricordarne alcune.
  • Voto di condotta, divisa scolastica,insegnamento dell'educazione civica, ritorno al maestro unico, rilancio degli istituti tecnici e della formazione professionale.
  • Autorevolezza, autorità, gerarchia, insegnamento, studio, fatica, merito.
Sono queste le parole chiave della scuola che vogliamo ricostruire, smantellando quella costruzione ideologica fatta di vuoto pedagogismo che dal 1968 ha infettato come un virus la scuola italiana.
la condivisione dei valori con il commercialista
Idee che anche il ministro Tremonti ha esposto in una recente intervista.
i soldi
Tutto questo passa per un' indispensabile e difficile ristrutturazione della scuola, di cui il governo, e in particolare chi scrive, si sono assunti la responsabilità.
Ho condiviso finalità e misure della manovra economica del governo per i prossimi tre anni, oggi legge dello Stato; quella manovra prevede di ridurre il numero degli insegnanti e del personale ausiliario di meno del 10% entro il 2011.
In un Paese che ha oggi il più elevato numero di addetti della scuola - ben un milione e 300mila - in rapporto al numero degli studenti, è la prima cosa da fare per riorganizzare la scuola.
Non possiamo pensare di cambiare fino a quando ci rassegneremo all'idea che il 97% delle risorse destinate alla scuola serve a pagare stipendi bassi e appiattiti.
investimenti e circuito virtuoso
Inoltre abbiamo introdotto un principio nuovo e virtuoso: un terzo dei risparmi sarà destinato a investimenti per migliorare la scuola, per cominciare a spargere i semi del merito e dare un senso alla parola autonomia.
i Promessi Sposi (me li ricordo poco e, devo confessare, non mi sono mai mancati)
(...) Nella mia audizione alle commissioni parlamentari ho parlato della necessità di tornare alla «quarta I» di italiano, intesa come letteratura, storia, tradizione, cultura. Noi vogliamo una scuola che insegni a leggere, scrivere e far di conto. Una scuola in cui si torni a leggere I Promessi Sposi ...
l'italiano della burocrazia (come non essere d'accordo?)
... e dove non si dica più che lo studente dovrà «padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l' interazione comunicativa verbale in vari contesti».
una visione
(...) chiedo di riconoscere a me, a tutto il governo e alla maggioranza una visione, una cultura, un' idea dell'Italia e del suo futuro, e, insieme, un progetto per la scuola italiana.
l'apertura ai contributi di studenti, insegnati e famiglie (purché corale, sigh)
Un progetto che, non mi stancherò mai di ripeterlo, è aperto a tutti i contributi e vorrei vedesse tutti i protagonisti della scuola - studenti, insegnanti, famiglie - consapevoli del fatto che è impossibile difendere lo status quo e partecipi di un corale impegno, un impegno nazionale, per restituire alla scuola il senso della sua missione.
un piccolo scivolone (solo militari e burocrati si firmano con cognome e nome)
ministro dell'Istruzione
Gelmini Mariastella

Pagina 37
(22 agosto 2008) - Corriere della Sera
Non nego che sono tanto spaventato quanto speranzoso: che la scuola andasse riformata è fuori di dubbio. Che vi fosse la necessità dei valori e la cultura proposti dalla Gelmini sono alquanto dubbioso.

Ieri la Repubblica ha dedicato un'intera pagina "Il popolo dei dislessici: Non nascondiamoci più" alla dislessia.
La dislessia (come le altre sindromi disgrafia, disortografia, discalculia, disprassia) è un fenomeno di cui molto lentamente si stanno cominciando a scorgere i confini, che presumibilmente si collocano tra il 5 ed il 10% della popolazione scolastica.
L'idea di un dislessico famoso, Daniel Pennac, è che le conseguenze peggiori della dislessia si manifestano quando la scuola, invece che utilizzare la comprensione, l'umanità e i corretti protocolli di comportamento adotta l'autorità e la disciplina, finendo per umiliare e distruggere ragazzi che potrebbero dare moltissimo.
La mia personale esperienza come papà di un figlio disprassico lo conferma pienamente.

Incrociamo le dita.
~

sabato, novembre 01, 2008

Piove, filastrocca


Ieri ho accompagnato la principessa dal dentista.
Pioveva senza interruzione e, per problemi di parcheggio, abbiamo lasciato la macchina lontano dallo studio del dentista. Abbiamo camminato a lungo con stivali di gomma, mantellina e ombrello.

Per occupare il tempo la principessa mi ha insegnato una filastrocca:

Piove, pioviggina
la carta si appiccica
si appiccica sul muro
suona il tamburo
tamburo e tamburello
apri l'ombrello
mettiti sotto tu
e così non ti bagni più
.
... e pensare che quando ero bambino non ne ho mai imparata una.
~

giovedì, ottobre 30, 2008

Tre cacciatori (per un coniglio)

È tornato Arkady, dopo qualche giorno passato vicino al padre malato, e ci ha cannoneggiato con una bordata di problemini. Pare che li abbia sviluppati con il padre per tenerlo occupato nelle interminabili giornate in ospedale (buon sangue non mente).

Tre cacciatori (per un coniglio)

Tre cacciatori armati di fucile e con un solo proiettile a testa puntano la stessa lepre.
Il primo cacciatore ha una buona mira e colpisce, in media, 3 lepri su 5; il secondo 3 su 10 ed il terzo, un po' miope, solo una su 10.
I cacciatori si fermano un attimo per capire ciascuno cosa avrebbe fatto l'altro. Poi, dopo aver capito che il primo che colpisce avrebbe tenuto la lepre, sparano contemporaneamente.

Qual è la probabilità che la lepre venga colpita?

La soluzione è nascosta qui sotto, in bianco su bianco, ed è leggibile selezionando il testo.

Apparentemente, se chiamiamo p1 la probabilità che il primo cacciatore faccia centro, p2 e p3 quella del secondo e del terzo, potremmo ottenere:

p1 = 6/10
p2 = 3/10
p3 = 1/10
p = p1 + p2 + p3 = 6/10 + 3/10 + 1/10 = 10/10
per cui la lepre avrebbe la certezza di morire.

In realtà la lepre ha

pn = 4/10*7/10*9/10=252/1000 (circa 1/4)
di sopravvivere.

Per cui la probabilità di essere colpita è circa 3/4 (precisamente 0.748).

L'inganno sta nel fatto che le probabilità dei cacciatori sono parzialmente sovrapposte perché quando due cacciatori colpiscono contemporaneamente la lepre uno dei un colpi a segno è "sprecato".

P.S. Il coniglio è una bellissima incisione del pittore rinascimentale Albrecht Dürer. Visitando un museo ho avuto modo di vedere l'incisione dal vivo ed è di una realisticità e di un dettaglio vermante impressionanti.

mercoledì, ottobre 29, 2008

Poliziotti in borghese


Siamo stati dai nonni a passere il finesettimana. Siamo arrivati venerdì notte e la mattina del sabato il Troll e la Principessa giocano -grazie a dio- tra di loro per farci dormire.

Alle nove spaccate il Troll si infila in camera ed inizia a spiegare «Volevamo giocare ai poliziotti ma nelle valigie non abbiamo trovato nulla per fare le divise» e la Principessa completa la frase «allora abbiamo deciso di giocare ai poliziotti in borghese.»

... ecco, questa si chiama capacità di adattamento.
~

domenica, ottobre 26, 2008

Il buonismo delle maestre non ha pagato!!!

Oggi l'amico Clapton mi ha raccontato dell'ansia da giro di email tra genitori di alunni di una classe di quarta elementare in uno dei quartieri bene di Milano.

La prima missiva si intitola "Il buonismo delle maestre non ha pagato!!!" e nel testo si possono trovare perle come "Quelli che si comportano male vanno colpevolizzati e puniti", e parliamo di bambini di 8 (otto) anni.

In risposta ne arriva un'altra "Sono 4 anni che andiamo avanti con questi problemi senza risolverli, non è possibile!" per arrivare all'affondo "dobbiamo assolutamente trovarci un'ora prima del consiglio di classe per decidere una linea comune!"

E così via altri 6 o 7:

  • "Hai ragione, sono con voi"
  • "Non è possibile continuare così"
  • "E' ora di risolvere"
  • ...

Dopo qualche giorno, solo una mamma risponde. Racconta di avere quattro figli e spiega come siano tutti diversi, con le loro peculiarità: il primo scavezzacollo, il secondo troppo timido e questo tranquillo (ndr. è il più bravo della classe, a sentire Clapton).
La mamma Tranquilla chiude la lettera domandando candidamente «qual è il problema per discutere il quale ci dobbiamo trovare fuori da scuola un'ora prima del consiglio?».

Nessuno risponde fino al giorno del gran consiglio in cui si scopre che, udite udite, un paio di bambini dicono le parolacce. Le parolacce, incredibile.

Un genitore pretende che alla classe venga assegnata una maestra di sostegno e, incredibile, la maestra risponde che francamente non vi è alcun bambino che necessita dell'insegnante supplementare; nonostante che le maestre abbiano nel loro DNA di iniziare ogni consiglio di classe con un pistolotto su quanto siano difficili questi bambini.

Clapton commenta che gli asini ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Cosa facciamo: gli spariamo? Facciamo classi separate?

A mia volta commento che, chissà perché i bambini "problematici" sono sempre maschi e i genitori che si lamentano sono quasi sempre genitori di femmine. ... in una scuola quasi completamente femminilizzata.

Annuisce.

Ma, infine, è un problema dei bambini o è un problema dei genitori?
~

sabato, ottobre 25, 2008

Sfotti, sfotti ...

Il fratellone dink (double income no kids) mi ha scritto dal suo nuovo iPod Touch:

«quasi ti invidio: non hai neanche più bisogno della tv per passare una serata allegra; e se ci pensi bene, non ti servirebbe nemmeno più lo stereo: avendo a disposizione due polmoni (piccoli ma potenti) in via di sviluppo...

In effetti, sarebbe meglio fare i figli a diciotto-vent'anni: si eviterebbe un sacco di spese destinate a rivelarsi poi inutili. E la sera non si sentirebbe il bisogno di uscire, poiché il divertimento lo si avrebbe già in casa.»
Ma la parte del serio e responsabile non dovrebbe toccare al fratello grande mentre il piccolo gozzoviglia e, alla fine, viene sempre perdonato come il figliol prodigo?
~

lunedì, ottobre 20, 2008

La sufficienza integra l'efficienza

Negli ultimi anni si è fatto molto per aumentare l'efficienza delle attività umane e delle macchine.
Ma, visto che la richiesta di energia è in continuo aumento, anche grazie alla richiesta di ampi strati della popolazione mondiale che cercano di raggiungere il nostro livello di vita e di automazione, l'aumento dell'efficienza rischia di non essere più sufficiente. Ricordiamoci che l'aumento dell'energia è destinato a scontrarsi con il secondo principio della termodinamica.
Una proposta per diminuire il consumo di energia oltre l'aumento dell'efficienza (che, per definizione, è limitata) è l'adozione della sufficienza.
La sufficienza si può definire più o meno così:

«Non utilizzare più energia di quanta sia sufficiente per raggiungere il proprio scopo»
In parole povere, ogni qualvolta sia possibile, non utilizzare un cannone per sparare alle mosche.
Sarà banale ma è esattamente l'opposto di quanto fa chi usa un SUV per fare la spesa, un televisore al plasma da 42 pollici per vedere le telenovelas o il riscaldamento a 22 gradi in casa (quando con 19 gradi ed un maglioncino si sta benissimo).

Un po' di documentazione:

domenica, ottobre 19, 2008

Elogio del bar caffè


In ogni posto dove sono stato. Ad ogni occasione che riesco ad afferrare, mi fermo in un caffè.
Mi siedo.
Prendo o non prendo dalla borsa giornale e blocchetto appunti. Guardo le persone, respiro l’aria del luogo e apprezzo la sensazione di rallentamento. A volte scrivo e descrivo, o leggo per un attimo che dura sempre un po’ troppo a lungo.

Finisco il caffè che nel frattempo si è freddato.
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venerdì, ottobre 17, 2008

Cose importanti e cose meno


Nel sito Vivere con lentezza ho trovato un post che provo a riassumere:.

SE UN EVENTO NON POTETE PROPRIO CAMBIARLO,PRENDETEVI DEL TEMPO PER RIFLETTERE,RESPIRATE PROFONDO, FATE UNA CAMMINATA LIBERATORIA

... ma non peggiorate la situazione arrabbiandovi, maledicendo i soliti noti e rovinandovi la giornata. Non sempre le cose vanno come vorremmo e, questo, è un periodo difficile: mobilitazioni, scioperi, politici che giudichiamo incapaci e che ci fanno arrabbiare, crisi economica, paura per il futuro, incertezza su tutti i fronti. Ma, anche se sembra assurdo, è rallentando che si trova respiro, che si riesce a capire quello che sta accadendo, è fermandoci che troviamo una via d'uscita, è contando fino a 10 prima di reagire che scopriamo quel mondo nascosto di persone che "dalla vita ha imparato a vivere nonostante tutto". (...)
Ieri sera la moglie è uscita per i lavori di una associazione cui partecipa. Mi sono trovato da solo con una tamagotchi di un mese, una principessa di 5 anni ed un troll di 11 coperto da una montagna di compiti che non riuscirà a finire in serata.

La situazione era questa: la tamagotchi piangeva disperata da 40 minuti, il telefono continuava a squillare per telefonate di richiesta informazioni sulla festa di compleanno del troll, la principessa parlava ad alta voce con me e con i fratellone, il troll urlava che per studiare aveva bisogno di silenzio e concentrazione. Il telegiornale, in cucina parlava di terribili riforme della scuola, crollo delle borse, scioperi ed inesistenti emergenze sicurezza. La cucina era tutta sottosopra.

Argh. Stop. Fermate il mondo!

1- Spegnere la TV.

2- Indossare la tamagotchi legandola al collo con apposita fascia.

3- Coinvolgere la principessa nella pulizia della cucina facendole capire l'importanza del suo contributo.

4- Respirare profondamente e consigliare il troll su quali compiti era meglio "dimenticare".

5- Resistere un'oretta, mettere a letto i grandi e trovare un ciuccio per la piccola. Farsi trovare sorridenti dalla moglie al ritorno.

Lo sciopero dei mezzi, il giorno dopo, è diventato una piacevole occasione per prendersela con calma la mattina, in fondo la maggior parte dei colleghi saranno in ritardo. Al bar, insieme al caffè, ho comparto un cioccolatino per me, uno per la moglie ed uno per la principessa.
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Mi sento fortunato