lunedì, dicembre 31, 2012

Motto per il 2013


Il mio motto per il 2013 sarà:
«Stringi i denti e spingi»
Che poi, a ben pensarci, non è così differente dal "Barra a dritta capitano, s'avanza verso la tempesta" del 2008. Ma contiene anche una speranza: la crisi non è più davanti a noi, ci siamo dentro ma ne vediamo la fine. E con l'intravedere della fine della crisi, si vedono le opportunità che bisogna preparasi a cogliere quando saranno a portata.
La famiglia è ben avviata (cioè, anche la Tamagotchi ha raggiunto una sua quota di autonomia), la salute è bastante e la casa è a posto. Si possono impiegare risorse e impegno per nuovi argomenti.
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martedì, novembre 20, 2012

Israele - Palestina, la soluzione che nessuno vuol vedere

«Di giorno il Signore li precedeva
in una colonna di nube,
per guidarli sulla strada,
e di notte in una colonna di fuoco
per far loro luce»
Esodo 13:21-22


Gaza, 20/11/2012 operazione Colonna di Nuvola
3 morti israeliani, 109 morti, 900 feriti palestinesi e le statistiche del dolore continuano: «il numero delle vittime civili è destinato ad aumentare: tra gli oltre 100 morti palestinesi ci sono già 18 bambini e 12 donne, il 30% circa delle vittime, e questa percentuale arriva fino al 50% tra i feriti».

Ma non lasciatevi ingannare, non c'è un guerra israelo-palestinese come si può immaginare la guerra tra due nazioni. C'è un territorio che era palestinese e, un pezzo alla volta, è diventato israeliano, finendo per confinare la popolazione palestinese un due pezzettini di territorio piccoli e lontani tra loro. La striscia di Gaza è un territorio piccolissimo e densamente popolato, praticamente una distesa ininterrotta di case e condomini. Ed è un carcere all'aria aperta. I palestinesi non possono entrare e non possono uscire senza il permesso ed i controlli israeliani. Si affacciano sul mare ma non possono commerciare né pescare (e ne hanno dato dimostrazione le barche dei pacifisti che ogni tanto provano a forzare il blocco e vengono -talora brutalmente- respinti dall'esercito israeliano).

I palestinesi, buoni o cattivi, terroristi o no, nascono, crescono e invecchiano non liberi, carcerati. E mentre il loro numero aumenta, la loro cella ogni anno diviene più piccola, erosa dalle colonie israeliane che si prendono i terreni migliori, deviano i corsi d'acqua, costruiscono case di lusso sulle colline più belle.

Una domanda a cui dare una risposta sincera: voi, al loro posto, cosa fareste? Non tentereste una ribellione? Non raccogliereste ogni sforzo, ogni piccola capacità economica per tentare qualcosa, per lottare, per combattere l'invasore prepotente? 

Io vedo una sola soluzione, da scrivere a caratteri cubitali:
Gli israeliani hanno un modo semplice per uscire dal conflitto:
riconoscere ai palestinesi le stesse libertà e gli stessi diritti che rivendicano per se stessi.
Ma forse questo è veramente troppo difficile per chi ha legato la propria libertà ed il proprio benessere alla negazione dell'altro, che pure ha gli stessi bisogni.

E non ripetetemi che Israele è una democrazia -ed anche l'unica dell'area- perché che la democrazia vale solo per i propri cittadini e può essere terribile come una dittatura per coloro che ne vengano governati senza esserne cittadini/elettori.
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martedì, settembre 04, 2012

Proposta per un suicida

Ti senti solo, incompreso ed inutile? Vuoi suicidarti?
Ti propongo un colpo da teatro con un piano in quattro passi:
  1. Scrivi un bigliettino in cui spieghi il tuo progetto e i motivi umanitari che ti spingono
  2. Mettiti in tasca 5000€ in contanti
  3. Prendi un traghetto per la Libia
  4. Quando arrivi butta in mare il passaporto, il cellulare e tutti i documenti (salva solo i 5k€)
  5. Cerca di tornare in Italia su un barcone della speranza
Ora, se muori avrai raggiunto il tuo obiettivo, e sarai nel cuore e nei pensieri di molti italiani.
Se sopravvivi avrai conosciuto un sacco di gente che ha veramente bisogno di te.

Mi sento fortunato