venerdì, agosto 21, 2020

I giovani non sono più quelli di una volta, e la scuola neppure

Ciclicamente gli italiani rispolverano qualche luogo comune che sembra essere consolatorio per i stagionati. 
Una volta sono i giovani senza valori, un'altra volta sono i giovani viziati o la scuola che non è più autoritaria come una volta o il liceo che "era meglio vent'anni fa", se lo dice un quarantenne, o trent'anni fa se lo dice un cinquantenne.

Io ogni volta tiro fuori una di queste, per ricordare che forse no, forse è la nostra accidenti di mamoria selettiva che ci fa ricordare seri e vivaci solo i tempi in cui noi stavamo costruedo la nostra vita.

«La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, se ne infischia dell’autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani. I ragazzi d’oggi sono tiranni. Non si alzano in piedi quando un anziano entra in un ambiente, rispondono male ai loro genitori.»
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(Socrate, filosofo greco, che visse dal 469 al 399 prima di Cristo)

«Non ho più speranza alcuna per l’avvenire del nostro Paese, se la gioventù d’oggi prenderà domani il comando, perché è una gioventù senza ritegno e pericolosa.»

(Esidio, poeta greco vissuto 720 anni prima di Cristo)

«Il nostro mondo ha raggiunto uno stadio critico. I ragazzi non ascoltano più i loro genitori. La fine del mondo non può essere lontana.»

(Sacerdote egiziano che viveva 2000 anni prima di Cristo)

«Questa gioventù è guasta fino in fondo al cuore. Non sarà mai come quella di una volta. Quella di oggi non sarà capace di conservare la nostra cultura.»

(Testo scoperto recentemente in una cava di argilla tra le rovine di Babilonia)

«Oggi il padre teme i figli. I figli si credono uguali al padre e non hanno né rispetto né stima per i genitori. Ciò che essi vogliono è essere liberi. Il professore ha paura degli allievi, gli allievi insultano i professori; i giovani esigono immediatamente il posto degli anziani; gli anziani, per non apparire retrogradi o dispotici, acconsentono a tale cedimento e, a corona di tutto, in nome della libertà e dell'ugualianza, si reclama la libertà dei sessi.»

(Dal libro VIII de "La Repubblica" di Platone, vissuto dal 428 al 347 prima di Cristo)

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Mi sento fortunato