giovedì, agosto 20, 2009

estetica


In questi giorni sono stranamente solo. E per un uomo abituato al caos di una indisciplinata famiglia di cinque persone -più nonni, nipoti e amici- è veramente una strana sensazione.

Dunque, questo pomeriggio, mentre ero al lavoro mi è tornata alla mente, per chissà quale contorto percorso, una domanda che mi ero posto molto tempo fa: che c'azzecca l'estetica con la filosofia?

Non è la filosofia l'arte di dare -o solo cercare?- spiegazioni sul perché del mondo? Dopo la pausa caffè e dopo aver fatto possenti sforzi per dimenticare le confuse spiegazioni degli studiosi di storia della filosofia (mi preme sottolineare la differenza tra filosofia e storia della, perdonatemi) mi sono concesso un paio di minuti aggiuntivi ed ho estratto, da Wikipedia:

«L'estetica è un settore della filosofia
che si occupa della conoscenza del bello
naturale e artistico, ovvero del giudizio di gusto.»
Hmm ... nella scoraggiante semplicità della definizione c'è di che meditare.

Torno a casa e ripenso a quando studiavo logica matematica all'università quando -sul più bello dell'esaltazione data dall'impressione di essere giunto sulla vetta più alta, quella da cui tutta la matematica e la filosofia sembrano un accrocchio di piccolezze- scoprivo che per la logica intuizionista le regole base -poche e semplici, mi pare 9- che consentono di arrivare a ogni possibile conclusione (teorema) da un insieme di ipotesi (assiomi) non erano definibili in altro modo che ... suspense ... quelle regole così fondamentali che intuitivamente non possano che essere vere. Sigh.

Dunque, se non vi ho persi prima di arrivare qui, non ci resta che definire vera quella matematica così bella (sentimento indefinibile ma che tutti conoscono) da non poter essere che vera. Ed eccoci tornati all'estetica.

Ma, mentre pedalo per tornare a casa e litigo con il cambio che oggi non ne vuole sapere di stare zitto, penso che non è giusto che la bellezza condizioni il buono ed il vero, in fondo la bellezza non dovrebbe condizionare il nostro giudizio sulla bontà delle cose o delle persone. No? Il cambio della mia bicicletta non è di certo bello ma, quando funziona, è un'invenzione meravigliosa per il piacere del percorso.

Hmmm ... perché i principi le principesse ed i salvatori delle fiabe che leggo a mia figlia per farla addormentare sono quasi sempre belli? E le cattive, sopratutto le donne, sono terribili vecchie e sfigurate megere?

Se una sventola della pubblicità ci offre un bicchiere di una curiosa sostanza rossastra -dolce e leggermente alcolica-, la curiosa sostanza diviene più piacevole, desiderabile o, infine, buona?

Suggerimenti?
~

2 commenti:

Susanna ha detto...

Non so... i Navajo dicono che "bisogna camminare sul sentiero della bellezza", ma non credo alludano alla bellezza pubblicitaria... e Lupo Alberto dice "Nella vita è tutta question d'immagine"...
(Certo che l'accostamento Navajo/Lupo Alberto è demenziale...)

gatta susanna

Aliza ha detto...

ti manca la tua bella famiglia...per questo ti sei messo a cercare "il bello" della vita.
Del resto è vero...
lascia stare la pubblicità e telefona al capo...ciao A

per quanto riguarda streghe e meggere le storie le scrivono gli uomini (che forse per pensare alle favole non capiscono le donne), la storia tante donne. Di nuovo ciao

Mi sento fortunato