mercoledì, ottobre 14, 2009

Libro: Il banchiere dei poveri

Veramente non so cosa mi spinga ad acquistare certi titoli ed ancora meno cosa mi spinga a leggerli al posto di un buon romanzo. Ma tant'è, l'ho letto, mi è piaciuto ed eccomi a proporvelo.

Difficile da recensire, non è esattamente una biografia e non è un saggio ma un appassionante dondolare tra biografia personale e racconto di un'impresa unica: come fondare un'azienda privata senza scopo di lucro cercando un modo per affrontare la terribile povertà che affliggeva (ed, in parte ancora affligge) il Bangladesh.

Muhammad Yunus è un professore universitario di economia che, pur essendo bengalese e musulmano, appartiene alla ristretta elite del suo paese, formatasi alle migliori università americane.

Durante una terribile carestia si trovò, con i suoi studenti, a interrogarsi sul perché della miseria, della povertà più terribile -quella per cui si muore di fame e inedia- che attenagliava tanti nel suo paese.

Non trovando risposte nelle teorie economiche standard si impegnò in un lavoro di ricerca sul campo usando come cavia un poverissimo paesino rurale in prossimità della sua sede universitaria.

Dopo lunghe osservazioni arrivò alla conclusione che la povertà più nera non era legata alla mancanza di cultura o volontà ma, semplicemente, alla mancanza dei minimi capitali necessari ad avviare una attività redditizia. Per esperimento aiutò quattro poverissimi ad attivare una attività ragionevolmente redditizia, e questa attività gli era costato la irrisoria cifra di 27$.

Visto che i veri poveri non hanno nulla da dare in garanzia e che nessuna banca tradizionale avrebbe offerto loro credito, creò una piccolissima banca "etica" al solo scopo di prestare soldi a interesse ragionevole (attorno al 20%, pochissimo rispetto a quello che prendevano gli usurai) a coloro che non possono offrire garanzie ed in particolare ai poverissimi, scoprendo che (con un sistema di micro rate settimanali) riusciva ad ottenere un tasso di restituzione del 98%, cioè molto più alto rispetto a quello che riescono ad ottenere le banche tradizionali. Era nata la prima banca di microcredito.

Il libro racconta in 286 pagine l'appassionante sviluppo della banca e di tantissime altre attività correlate, fino al Premio Nobel per la Pace ricevuto nel 2008.
Il racconto cronologico si ferma a pagina 204, e potrebbe bastare, ma consiglio di leggere anche qualche spigolatura dalle parti successive pur essendo queste di più difficile lettura (ed alcune idee di Yunus riguardo allo stato sociale all'europea meno condivisibili).

Concludendo, siete curiosi riguardo al funzionamento ed alla nascita delle banche di microcredito e siete stufi delle solite semplificazioni giornalistiche oppure volete scoprire in cosa le teorie economiche classiche hanno fallito non fornendo alcun serio quadro interpretativo di una realtà (la povertà) che interessa ampie fasce della popolazione mondiale? Allora leggetelo, vi incollerà alla lettura per almeno cinque o sei serate.

In Google Books se ne trova un'anteprima di diverse pagine (in realtà sembra il testo completo della quinta edizione cui hanno tolto circa 2 pagine ogni 5).
Per chi volesse comprarlo vi rimando alla solita scheda su IBS.

P.S. Sul Corriere del 4 luglio 09 ho trovato l'unico articolo critico sulla Grameen-bank: Microcredito: ora i poveri si ribellano
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Mi sento fortunato