sabato, novembre 28, 2009

Il padre del poeta


E' da quando ero studente che non prendo in mano il libretto delle poesie di Prévert. Mi sembravano così esaltanti, futuriste, tragiche e dinamiche. Il libello è schiacciato tra a Budelaire e Stecchetti.
L'immagine di copertina ricorda il sottomarino giallo dei Beatles. La carta ingiallita della copertina odora di polvere e di vecchio.
Pesco a caso. Toh, parla del padre. In fondo anche un poeta deve avere un padre no?
Il figlio della grande rete

Sono nato una sera che nessuno m'aspettava
Quella sera mio padre andava da una serata
col suo otto riflessi
Quando mi vide s'arrabbiò parecchio

Non l'ho mica fatto apposta
disse mia madre

Ma mio padre non volle sentir nulla
si mise a fare gesti con le braccia
e se ne andò
col suo cappello a cilindro
sulla sua locomotiva a pistoni
se ne andò nel paese dov'era invitato
E quando fu arrivato si sedette
col suo cilindro ed un bicchiere d'acqua ghiacciata
sul tavolo davanti a sé
e una caraffa
e parlò
(...)
[Jacques Prévert]
Poi procede raccontando in 3 scarse paginette tutta la storia dell'ascesa e poi della miseria di suo padre e della sua famiglia. A me piace l'immagine del padre nelle prime righe che sembra tintinnare e lampeggiare in una profonda vaquità.
~

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Mi sento fortunato