venerdì, novembre 06, 2009

Libro: I numeri del terrore


Leggo dal risvolto di copertina:
Loretta Napoleoni, nata a Roma e residente a Londra, è tra i massimi esperti mondiali di terrorismo ed economia internazionale. E' consulente per la Bbc e la Cnn, editorialista per El Pais, Le Monde, The Guardian e pubblica articoli e inchieste su D-Repubblica, La Stampa ed Internazionale. Tra i suoi libri principali, tradotti all'estero, ricordiamo Terrorismo S.p.A. (Tropea, 2005), Al Zarqawi. Storia e mito di un proletario Giordano (Tropea, 2006) ed Economia canaglia (il Saggiatore, 2008). Alcuni tra i più importanti esecutivi occidentali si avvalgono delle sue consulenze sulle strategie e sui meccanismi del terrorismo. Collabora inoltre con numerose forze dell'ordine, tra cui la Homeland Security statunitense, e l'International Institute for Counter-Terrorism israeliano.
E anche:
Ronald J. Bee è direttore dell'istituto Charles Hostler per gli Affari Internazionali alla San Diego State University. E' stato direttore dei Programmi per il Medio Oriente (Progetti speciali) all'Institute on Global Conflict and Cooperation della University of Caifornia,ed è stato assistente speciale per gli Affari di Sicurezza Nazionale al Palomar Corporation di Washington D.C. Tra le sue pubblicazioni: "Looking the tiger in the eye: confronting the nuclear threat" (1988) che ha vinto il Christopher Award ed è stato segnalato tra i "libri dell'anno" dal New York Times, e "Seven minutes to midnight: nuclear weapons after 9/11" (2006).
Beh, non è propriamente i tipici giornalisti veterocomunisti, no?
Ma sentiamo l'introduzione:
Tutti sanno che i terroristi fanno leva sulla paura per raggiungere i loro scopi, pochi però sono consapevoli che i capi di stato ricorrono alla medesima tattica. E non si tratta di un fenomeno nuovo: la politica della paura è una strategia subdola orchestrata per raccogliere consensi, spesso per imporre politiche altrimenti impopolari. I governi ingigantiscono la politica del nemico, instillano la paura nell'elettorato e poi manipolano i timori della gente per perseguire i propri obbiettivi politici. E' accaduto durante la Guerra Fredda, quando Washington ha gonfiato la minaccia sovietica per bloccare l'avanzata dei partiti comunisti all'interno del blocco occidentale. Oggi le cose non sono molto diverse e la politica della paura è la giustificazione ideologica della Guerra al Terrorismo e delle sue molteplici ramificazioni, compreso il conflitto iracheno e la minaccia nucleare iraniana. Dietro questa politica. si nasconde il tentativo neoconservatore di ristabilire l'egemonia americana in alcune zone-chiave del mondo.
Se siete curiosi di sapere come ha fatto ad arrivare a queste considerazioni, leggete il libro che è una vera e propria miniera di informazioni e ricostruzioni storiche in grado di ricollegare tutti gli echi delle storie apparse sui giornali dall'11 settembre 2001 (attacco alle torri gemelle) in poi narrando una storia di notizie false o mal-interpretate prodotte per spaventare i cittadini occidentali e giustificare la guerra in Iraq e la rielezione di Bush.
Inutile nasconderlo, la guerra al terrorismo è stata una vera e propria bufala, costruita artificialmente nel Think Tank (sigh: Project for the New American Century - Progetto per un nuovo secolo americano) di Cheney per cavalcare l'attentato alle Torri Gemelle.
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Mi sento fortunato