lunedì, gennaio 31, 2011

Lasciateci lavorare


Ho trovato una definizione ben scritta (beh, delle dimensioni un pamphlet, ad essere sincero) nella Treccani On Line del PLEBISCITARISMO:

Weber scrive sia in riferimento agli avvenimenti storici della Germania - anche al fine di influenzarli - sia in sede di elaborazione della sua teoria sociologica complessiva.
(secondo Weber) Dal punto di vista programmatico, la democrazia plebiscitaria, caratterizzata dall'elezione popolare diretta del Reichspräsident, dovrebbe rappresentare la risposta politica alla grave crisi della Germania, dopo la sconfitta subita nella prima guerra mondiale. Secondo Weber, soltanto un leader che abbia ottenuto un ampio consenso popolare sarebbe in grado di tenere insieme il paese e, al tempo stesso, di introdurre le riforme necessarie al nuovo ruolo che attende lo Stato tedesco: la Germania deve infatti prendere consapevolezza di non possedere più le risorse necessarie per condurre la politica di una grande potenza. Per il bene della Germania, il leader plebiscitario deve poter governare, finché è in carica, senza essere intralciato, salvo sottoporsi, a fine mandato, a nuove elezioni, attraverso le quali il suo operato possa venire sottoposto al controllo popolare.
(...)
L'elezione diretta del presidente può non produrre carisma e non accompagnarvisi, ma determina pur sempre una situazione nella quale emerge "il dittatore del campo di battaglia elettorale". Essa, inoltre, può produrre intensi rapporti emotivi, creando legami di fiducia tra gli elettori e l'eletto e offrendo a quest'ultimo opportunità di guida tali da non poter essere ingabbiate né dalla burocrazia o dal sistema economico, né dai partiti o dai gruppi di interesse, né dallo stesso parlamento.
(...)
La democrazia plebiscitaria si contrappone nettamente al potere dei partiti e al potere delle corporazioni. Entrambi sono rappresentati in parlamento da funzionari "meschini e mediocri" che perseguono i propri interessi personali o quelli delle loro organizzazioni e che non sono "personalità selezionate nel corso della lotta politica" (v. Weber, 1918; tr. it., p. 164), ma uomini premiati per la loro subordinazione alle rispettive organizzazioni.

etc ... ma sappiamo già come è finita, dato che Max Weber scriveva di questi argomenti in Germania tra il 1919 ed il 1933.

Non voglio dire che il "lasciatemi lavorare" debba per forza scivolare verso feroci dittature, ma indubbiamente si tratta di una forma di democrazia incompleta e malata che indebolisce la forma liberale dello stato democratico basato sulla separazione dei poteri.
Chi è eletto deve agire correndo in un preciso steccato di regole e l'elezione non è lavacro di dei reati commessi al di fuori dell'esercizio del potere rappresentativo.
~

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