lunedì, gennaio 26, 2009

Israele e Gaza, il bilancio dopo la tregua

Riassunto della situazione a Gaza, per non dimenticare. Tratto da City del 20 gennaio 2009:

«Primo giorno di tregua nella Striscia. Sia Israele che Hamas rivendicano la “vittoria”. GAZA CITY - Il primo giorno di tregua nella Striscia è trascorso sostanzialmente senza incidenti. Israele prevede di completare il ritiro oggi, prima dell'insediamento del presidente Usa Barack Obama. “Abbiamo raggiunto gli obiettivi” spiega il premier Ehud Olmert. (...) i palestinesi a Gaza contano oltre 1.300 morti (410 bambini), anche il leader di Hamas Ismail Haniyeh rivendica una “vittoria popolare”. Le stime dei danni a Gaza ammontano ad almeno 1,9 miliardi dollari. Secondo l’agenzia Onu per i profughi l’80% della popolazione dipende dagli aiuti umanitari, mezzo milione di persone (un terzo degli abitanti) è senza acqua, 4 mila case sono distrutte. In Israele (13 morti di cui 10 soldati e 3 civili) l’offensiva ha fatto crescere i consensi per i ministri degli Esteri Tzipi Livni e della Difesa Ehud Barak in vista delle elezioni del 10 febbraio. (...)»
Ora, a parte Hamas che sembra quello che diceva di averne prese tante ma in compenso di aver sbucciato le nocche del picchiatore con i denti, mi domando come un giovane palestinese possa non diventare un terrorista (o partigiano, dipende dai punti di vista).

Nel frattempo i politici Israeliani che hanno lanciato la campagna del terrore su Gaza guadagnano voti, un po' come i partiti politici italiani che da qualche anno cavalcano il terrore e se la prendono gli extracomunitari (ma io preferisco chiamarli migranti).

P.S. Se non l'avete ancora letto, vi rimando a Quando il mio fratello israeliano sbaglia, a Gaza.
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