domenica, giugno 22, 2008

Il vertiginoso aumento del costo della vita

Quello che segue è un piccolo episodio introspettivo sul rapporto tra consumatore godereccio e consumatore responsabile, sempre che quest'ultimo esista.

Dovete sapere che un rito della nostra famiglia sono le piadine del sabato. Le piadine del sabato, preparate da me con l'assistenza dei figli, sono una geniale invenzione di mia moglie. La cosa funziona così: mia moglie, per un pasto alla settimana, delega.

In frigo teniamo una scatoletta di strutto, la farina c'è sempre, come l'acqua ed il sale.
Sabato mattina accompagno i figli al parco e, al ritorno, ci fermiamo al supermercatino di quartiere dove acquistiamo squacquerone, prosciutto cotto, crudo e, a volte, del salame.

Ieri, nel negozio, infilo nel cestello due bottiglie di latte fresco, e mentre mi avvio verso il banco della gastronomia, vengo attratto dalle generose ceste del pane fresco.
In cima, in una essenziale confezione di carta bianca con finestrella trasparente, ci sono le focaccine. Rimesto un po' nella cesta ed estraggo una busta contenente tre focaccine miste, una alle olive, una liscia ed una con l'origano. Piccole, poco più che bocconcini.
Addocchio l'etichetta, poco meno di un euro. Vabbè, cosa sarà mai un acquisto d'impulso da un solo euro.

Al bancone della gastronomia prendo una confezione del mitico formaggio spalmabile romagnolo a circa 9€/Kg, due etti di cotto non eccelso a circa 12 €/Kg, un etto di San Daniele a poco più di 23€/Kg.
Mi ricordo di non aver prelevato al bancomat, ho pochi soldi e cerco di fare a mente il conto della spesa. Mi soffermo a guardare l'etichetta delle focaccine: 0,95€ per 97g cioè circa 10€/Kg. Accidenti!
Le focaccine costano più del salame e più di un discreto formaggio. Farina, acqua, un'ombra di sale ed una pennellata d'olio: 10€/Kg. C'è quasi più carta che farina. Ed uno spreco spaventoso di benzina per produrre la carta, impacchettare tre focaccine e trasportare il pacchettino da 97g fino al negozio. Mi sento in colpa. Rimetto il pacchettino da 1€ a posto ed esco tranquillamente dal negozio con i miei 15€ di spesa.
Mi sento un consumatore attento e responsabile.
~

2 commenti:

Manu ha detto...

Ti invio un riassuntino di un articolo molto interessante. l'articolo é in spagnolo, ma leggibilissimo. Molto molto interessante, soprattutto l'ultima parte (il riassunto è nulla...) http://www.lanacion.com.ar/edicionimpresa/exterior/nota.asp?nota_id=1024152

L'Italia sconfitta, nel calcio e in economia.

Dopo l'eliminazione della nazionale di calcio dagli Europei
da parte della Spagna, ieri l'Italia ha incassato un'altra
sconfitta per mano dei cugini iberici. Gli ultimi dati
pubblicati da Eurostat sul pil pro capite non solo hanno
confermato il sorpasso economico della Spagna, già
registrato nei mesi scorsi, ma hanno mostrato che il
divario tra i due paesi si sta allargando.

Davide Baroncelli ha detto...

Qui nella "civile" Inghilterra, i consumatori sono degli asini a cui piace farsi prendere a calci nel sedere. Per questo motivo, i supermercati possono mettere quello che gli pare, sulle confezioni (a condizione - apparentemente - che scrivano le info su calorie, grassi, ecc.): quindi, tipicamente, non c'e' mai scritto dove le cose sono prodotte, e ancora piu' tipicamente, il peso. Questo significa, che quando compri certe confezioni di pane con quattro pagnotte dentro, per dire, scrivono qualcosa tipo "£1.24, 0.31 per loaf". E tu non riesci mai a fare un confronto, ad avere un'idea di quanto stai pagando. Stesso discorso con certi tipi di verdura o frutta, ecc. Spesso vorrei fare ragionamenti come il tuo, e non posso, o posso solo andando a spanne.

Mi sento fortunato