lunedì, luglio 11, 2011

Zazzera

Giovedì

Giornata di sole assassino. Mattina in spiaggia in cui ho provato a portare il Troll a nuoto fino agli scogli a 500m dalla spiaggia.
Dato che è la prima volta portiamo anche il materassino (non si sa mai) ed in effetti, a metà lo vedo provato e rientriamo con la promessa di provarci l'indomani.
Al ritorno ricordo come mio fratello mi facesse notare che sono sempre di meno quelli che nuotano e, se si vede qualcuno che lo fa, con alta probabilità non è italiano. Mi guardo in giro e sembra proprio così.
Il pomeriggio in piscina lo dedico alla Tamagotchi ed al corso di nuoto in stile crawl alla Principessa. Non male.
La Tamagotchi è così stanca che in tardo pomeriggio si addormenta secca sulla sdraio.
Dopo la cena e la baby-dance del campeggio cerco di mettere a letto la Tamagotchi, che -come da copione- non ne vuole sapere.
Non ci sono libri da cui leggere una fiaba. Non ci sono fumetti per bambini. Non c'è la TV. 
Emetto un sospiro di resa: mi tocca improvvisare. Ecco cosa ne é uscito:
«Zazzera era una principessa. Il Re, suo padre, era un ubriacone e spesso la maltrattava senza ragione. Per questo la principessa non si tagliava né si pettinava i capelli che erano diventati una scomposta zazzera in cui poteva trovare rifugio qualunque cosa: un pettine, un giocattolo o un pettirosso con cui la piccola a volte giocava.
Una volta che il padre esagerò, Zazzera fuggì dal castello e si perse nel bosco.

Nel bosco incontrò una simpatica signora che le offrì cibo e consolazione.
Quando la signora capì che Zazzera era la figlia del Re, si rivelò per quello che era: la strega Acida.
La vecchina non era sempre stata una strega: una volta era una bella cortigiana che si era invaghita del Re.

Siccome il Re la rifiutò dopo un lungo fidanzamento (e c'era ben da capirlo visto il terribile caratteraccio di Acida) questa si ritirò nel bosco dove studiò le arti magiche aspettando il momento per vendicarsi.

Acida prese Zazzera con sé e, in cambio di cibo e soggiorno, la costrinse a tutti i lavori pesanti di casa come strofinare i pavimenti, lucidare gli alambicchi, raccogliere la legna e portare i le borse quando si recava al mercato. Per completare l'umiliazione le tagliò i capelli a zero, come si fa con i militari il primo giorno di servizio.

Dopo qualche giorno Acida riuscì a contattare il re di un paese vicino che era un feroce rivale del papà di Zazzera, e gli vendette la figlia del Re.
Il giorno successivo preparò, con tutta cura, una gabbia ma Zazzera se ne accorse.
Dovete sapere che Acida era piccola e minuta come una bambina e quando fu il momento di ingabbiare Zazzera, la principessa prese di sprovvista la vecchia e la infilò in gabbia al posto suo.

Quando arrivarono i soldati del regno vicino, presero la gabbia e senza capire le proteste della vecchina, giacché parlavano un'altra lingua e non conoscevano l'aspetto della persona che erano stati mandati a prelevare, la portarono via senza dire una parola.

Nel frattempo il padre di Zazzera si era veramente pentito e quando non pregava ai soldati di ritrovare la figlia, si chiudeva nelle sue stanze a piangere la propria stupidità.
Dopo gli avvenimenti della notte, Zazzera vestita di stracci e rasata come un soldato si diresse a corte. Siccome nessuno la riconosceva riuscì ad entrare a castello spacciandosi per la nipote dello stalliere, finché una guardia non scoprì l'inganno e cercò di buttarla fuori. La piccola gridò e si disperò così forte che suo padre la sentì, la riconobbe e le corse incontro.
Quando il padre la raggiunse la abbracciò, e gioì, e gridò e fece annunciare sette giorni di festa per il ritorno della figlia.

Il Re non bevve più, la figlia rimase a corte ed imparò ad acconciarsi i capelli come si confà ad una principessa, ma le rimase il soprannome Zazzera.»

Questa fiaba e le immagini che la accompagnano sono open source. Fatene ciò che volete ma ricordatevi di citare la fonte.
Creative Commons License  
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2 commenti:

Kylie ha detto...

Una bella storia. Perfetta improvvisazione.

Bacio

Susanna ha detto...

Niente male, per essere una fiaba improvvisata lì per lì. Ci sono pure parecchie delle costanti di Propp!

Mi sento fortunato