sabato, novembre 22, 2008

Sotto il grembiule niente


Sono tempi di guerra. I complottanti, ormai per la maggior parte canuti, si ritrovano la sera in un'aula del comune per discutere delle mosse del nemico. Il nemico sfugge, si nasconde, si rifugia dietro, decreti e leggi.
Persone perbene con l'aria di essere appena uscite da qualche ufficio del terziario avanzato spolverano parole ed argomenti che sembrano provenire da un lontano passato. Si parla di controinformazione, di solidarità, di riforme coraggiose varate e mai approdate. Risuona il nome di Luigi Berlinguer, trombato per non infastidire troppo la casta degli insegnati stuzzicata dai tentativi di riforma.
La Gelmini non riforma nulla, lancia degli slogan e poi parte a raffica con i decreti. Così, senza colpo ferire arriva la riforma che riforma non è.

Il clima inizia a scaldarsi quando una maestra sbuca dal pubblico ed inizia a raccontare come tutti ce l'abbiano con le insegnati. Anche al panettiere non si parla d'altro.
Addirittura, il dipendente delle poste si è permesso di farle notare che guadagna meno di lei senza avere diritto a tutte quelle ferie. «Accidenti» dice lei «il dipendente delle poste lavora con pezzi di carta, mica con bambini».

Certo che, si inserisce una anziana signora responsabile istruzione di un comune vicino, «6 bidelli su 10 sono allergici ai detersivi».

Racconto della frustrazione di essere rappresentante dei genitori al consiglio di circolo alla scuola di mio figlio. Di come gli insegnati siano quasi sempre al limite del numero legale e si presentino in massa quando c'è da votare il calendario scolastico, che viene blindato al minimo raccomandato dalla regione e, se possibile, un po' meno. Non sia mai che si lavori un giorno di più.

Ridurranno le ore di insegnamento. Ridurranno il sostegno. Forse. Dipenderà dall'autonomia scolastica. Quanto servizio verrà tolto alle famiglie? Verrà tolto?

Esco, alla fine, più frustrato e inconcludente di quando sono entrato.
~

2 commenti:

Susanna ha detto...

Verrà tolto parecchio, Marco, non dubitare. Soprattutto alle scuole dell'infanzia...
Non per difendere la categoria degli insegnanti ad oltranza, sia chiaro. Fra loro c'è la stessa percentuale di fannulloni che c'è in altri settori, pubblici o privati. Caso mai un po' meno.
Ma come dicevi tu, non è una riforma, quella della dottoressa Gelmini: è una mazzata.
gatta susanna

Marco Marsilli ha detto...

Ciao Susanna,

io ancora non sono riuscito a farmi un'idea chiara.

Per ora la più grande pecca della riforma Gelmini mi sembra essere ideologica: ordine, autorità, gerarchia, punizione; sono in parte argomenti condivisibili ma, contemporaneamente, possono portare a conseguenza terribili se presi come valore in sé.

Ho una figlia alla scuola materna che inizierà le elementari l'anno prossimo ed una che ci arriverà tra 6 anni.

Avrò modo di constatare con i miei occhi cosa succederà ...

M

Mi sento fortunato